Castellabate, esce dall’ospedale con piaghe sul corpo: la denuncia dei familiari

Redazione Infocilento
Ospedale

CASTELLABATE. Esce dall’ospedale con piaghe su diverse parti del corpo che le provocano tutt’ora una situazione di sofferenza. Sfortunata protagonista della vicenda la signora Clara, 88 anni, ricoverata presso l’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania ad inizio gennaio per effettuare delle trasfusioni dovute all’abbassamento dei valori dell’emocromo.

A raccontare la storia è la figlia Maria, avvocato, pronta anche a rivolgersi all’autorità giudiziaria. Dopo otto giorni di ricovero, infatti, l’anziana è tornata a casa e i familiari hanno notato una situazione preoccupante con piaghe «finanche sulle nocche delle mani, sulle braccia e ai talloni».

Inoltre «presentava piaghe sulla guancia sinistra del viso ed un accentuato rossore del corrispettivo occhio, nonché una piaga all’apice del braccio sinistro e, questo, a dimostrazione che, chissà  per quante ore, se non giorni, era rimasta posizionata in malo modo sul letto senza che alcuno si fosse preoccupato di sistemarla in modo adeguato. Ancora, presentava piaghe sia sul fianco sinistro che su quello destro oltrechè  all’altezza dell’osso sacro,  sulle spalle, sul costato e all’interno di entrambe le ginocchia.  La cosa più grave è che la caviglia destra, laddove era stato evidentemente posizionato l’ago fisso per effettuare le trasfusioni risultava  piena di pus per cui i familiari hanno dovuto far ricorso ad un ciclo abbastanza lungo di terapia antibiotica».

«Ancora oggi – racconta la figlia Maria – la signora è molto sofferente a causa delle descritte piaghe e soprattutto a seguito dell’intervento del chirurgo che ha dovuto, necessariamente, procedere alla toilette chirurgica (detersione e disinfezione)».

«Va da sé come risulti inaccettabile che una persona, sebbene in età avanzata, allettata da quasi due anni senza aver mai subito lesioni di alcun genere alla pelle, possa uscire da un luogo di cura in tali condizioni ed in soli sei giorni di ricovero», conclude.

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