Glovo investe su Agropoli, arrivano i riders

Sergio Pinto

AGROPOLI. Continua l’ascesa commerciale del comprensorio compreso tra Agropoli e Capaccio Paestum. I grandi marchi stanno investendo sul territorio, o pensano di farlo. Diversi grossi brand stanno concludendo in queste settimane accordi per aperture nella città costiera. L’ultimo grande nome ad aver scelto Agropoli è Glovo, un nome familiare nelle grandi città, e talvolta anche oggetto di discussione.

Sicuramente qualcuno avrà notato negli ultimi giorni giovani in scooter o bicicletta sul cui retro è montato un grosso contenitore giallo per il trasporto di pizze o altri alimenti.

Cos’è Glovo

Si tratta dei rider della startup spagnola, fondata a Barcellona nel 2015. Essa garantisce un servizio di corriere a richiesta che acquista, ritira e consegna i prodotti ordinati tramite la sua app.

A settembre del 2019 l’impresa si è espansa in 26 paesi ed offre il suo servizio in più di 200 città del mondo. In Italia ha diversi punti di riferimento che associano circa diecimila ristoranti.

Per Agropoli e i centri limitrofi Glovo rappresenta anche una opportunità di lavoro. La piattaforma spagnola delle consegne a domicilio vanta in Italia 10 mila rider attivi (che hanno fatto almeno una consegna nell’ultima settimana).

Proprio il rapporto di lavoro con gli addetti alle consegne, però, è stato oggetto di polemica negli ultimi tempi. Agli oltre 15 mila esercizi commerciali partner di Glovo è stato chiesto di garantire ai 28 mila rider iscritti alla piattaforma tra il 2016 e il 2020, benché lavoratori autonomi, le stesse tutele dei lavoratori subordinati, come prevede l’articolo 2 del decreto 150 del 2015 per i lavoratori autonomi che sono «etero-organizzati». La società contesta la riqualificazione dei rapporti di lavoro. «I corrieri di Glovo hanno la libertà di accettare o meno una proposta di consegna, la possibilità di scegliere in totale autonomia gli orari di collaborazione in base alle proprie esigenze e le loro prestazioni non presentano elementi di continuità, esclusività e regolarità», aveva spiegato l’azienda.

Di recente gli stessi rider hanno protestato in alcuni comuni perché senza nessuna tutela, senza ferie né permessi, malattia né contributi.

Al di là delle polemiche la scelta di Glovo di investire ad Agropoli, rappresenta comunque la conferma di come questo angolo di comprensorio cilentano stia crescendo esponenzialmente e ciò comporta vantaggi e svantaggi delle città più popolose, anche nei rapporti con le nuove aziende che si insediano sul territorio.

Condividi questo articolo
Exit mobile version