Tradizioni Cilentane: ecco come si fa la vendemmia | VIDEO

Roberta Foccillo

RUTINO. Quando parliamo di autunno, subito pensiamo al periodo dell’anno in cui si fa la vendemmia. Una tradizione molto antica nel Cilento.

Abbiamo incontrato Francesco Barone, socio dell’omonima cantina che si trova a Rutino. Ci ha spiegato come sono cambiati i metodi per produrre il vino, e quali sono tutti i passaggi per gustare un ottimo vino sulle nostre tavole. Nella sua cantina incontriamo tradizioni, amore e passione per un lavoro che regala soddisfazione, ormai da anni.

In passato, le giornate della vendemmia erano attese con molta ansia tra le famiglie che si organizzavano in base all’andamento della natura. Si raccoglieva l’uva manualmente, aiutandosi con delle forbici o con la lama di un coltello. Era un giorno di festa, la “stringitura” dell’uva, di solito avveniva nel primo pomeriggio.

La prima operazione per la produzione del vino consisteva nell’“attuffare la tina”, ovvero nel riempire un tino d’acqua tale da ripulirlo dal tartaro che si era formato dopo l’utilizzo dell’anno precedente;

per l’occasione anche le damigiane (“ramiggiani” e “piretti”) venivano pulite e messe ad asciugare a testa in giù, e stessa operazione veniva fatta per i barili, per l’imbuto col filtrante (“’u mutu ‘ccu ‘u sitiddu”), e per il sacco di canapa, occorrente anche quest’ultimo per la filtratura del prodotto.

Segui il nostro tour all’interno della cantina e lasciati conquistare dalle note dolci del vino, interamente prodotto nel Cilento.

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