Santa Sofia e le tre figlie: Cilento in festa

Concepita Sica
Santa Sofia

CILENTO. Patrona dell’intelletto e delle malattie contagiose, Santa Sofia è venerata in diverse comunità cilentane. È un culto abbastanza radicato sul territorio come dimostrano le numerose chiese o cappelle erette in onore della Santa; pare addirittura che in Italia la maggior parte delle chiese intitolate a Santa Sofia si trovi proprio nel Cilento.

La memoria liturgica di Santa Sofia e le tre figlie, come riportato dal Martirologio Romano, cade il 30 settembre, anche se in alcune comunità la festa viene celebrata il 18 settembre secondo la data in cui è festeggiata nella Chiesa orientale.

Al mattino del 30 settembre a Piano Vetrale, paese dei murales, si respira una serena e commovente aria di festa.

Con la celebrazione della messa della vigilia, con la solenne benedizione eucaristica, la comunità è già introdotta nel clima festivo; tuttavia sono le note della banda musicale, che si riverberano per tutto il paese, ad annunciare l’inizio dei festeggiamenti. È un crescendo di note, man mano che si procede dalla periferia del paese fino al suo centro dove si trova la chiesa di Santa Sofia.

Breve storia della Santa

Sofia, che vuol dire sapienza, è il nome di una delle sante più celebri del cristianesimo, il cui culto è diffuso sia in Occidente che in Oriente.

Secondo un antico manoscritto, Sofia è un’illustre matrona romana, forse originaria di Milano, vissuta tra la fine del I e l’inizio del II secolo; sposa di un senatore romano di nome Filandro e madre di tre figlie: Pistis (Fede), Elpis (Speranza), Agape (Carità). Dopo la morte del marito distribuisce ai poveri le ricchezze e vive a Roma, dove si dedica all’assistenza dei prigionieri cristiani.

Viene denunciata all’imperatore Adriano dal prefetto di Roma, Antioco, perché la sua predicazione avrebbe indotto alcune donne sposate a vivere castamente. Convocata al cospetto dell’imperatore, insieme alle tre figlie, le viene intimato di rinunciare alla fede cristiana.

Di fronte al suo rifiuto, Sofia viene crudelmente frustata e segnata con un marchio sulla fronte. Poi è la volta delle figlie che, per non aver rinnegato la fede in Cristo, vengono barbaramente uccise.

Sofia raccoglie i corpi delle figlie e vi dà sepoltura fuori dalla città, sulla via Aurelia. Per il dolore muore sulla loro tomba pochi giorni dopo, il 30 settembre.

Piano Vetrale e Santa Sofia

Disteso su una verdeggiante collina, Piano Vetrale, conosciuto come “paese dei murales, gode di uno dei più ampi e variegati panorami.

Vanta origini molto antiche, come si può evincere dal nome e da alcune tracce sopravvissute allo scorrere dei secoli.

La chiesa intitolata al profeta Elia è sicuramente la testimonianza meglio conservata di questo antico passato, a cui fa seguito la Chiesa eretta in onore di Santa Sofia, risalente, presumibilmente, intorno al XV secolo.

Oggi Piano Vetrale è noto soprattutto come il paese dei murales. Splendidi e significativi dipinti, dai diversi e multiformi temi, da oltre quarant’anni, adornano le pareti delle case, delle vie ed anche di alcuni portoni.

Artisti italiani e stranieri si sono avvicendati nel corso di questi decenni, offrendo bravura e maestria e trasformando, con la presenza delle loro colorate ed espressive creazioni artistiche, il paese in un “museo a cielo aperto”.

L’iniziativa dei murales, sorta agli inizi degli anno ’80 dello scorso secolo, ad opera di un gruppo di studenti animati dal desiderio di stare insieme ma soprattutto di valorizzare la figura di Paolo de Matteis, illustre pittore settecentesco della scuola napoletana, allievo di Luca Giordno, i cui natali furono proprio a Piano Vetrale (citato nei documenti come Piano di Orria).

Dal circolo culturale prendono le mosse quegli eventi con cui, passando nel tempo attraverso la “Pro-loco Paolo de Matteis, si cerca di promuovere cultura e bellezza.

La festa

Sofia nostra gran santa,

tu ci proteggi in vita,

in morte dacci aita,

portaci al cielo con te”.

Con voce ardente, da secoli, i fedeli di Piano Vetrale invocano l’intercessione della loro santa Patrona. La celebrazione della tradizionale “novena” vede la chiesa gremita di persone ma il giorno della festa è veramente commovente accogliere lo sguardo dei tanti fedeli, originari del paese, emigrati verso Agropoli, Battipaglia, il Nord Italia e soprattutto in Germania, convenuti in paese per la festa.

La tradizionale e suggestiva processione per le vie del borgo, con l’immagine di Santa Sofia e le tre figlie, un tempo preceduta dalle colorate e multiformi “cente”, il commovente fiume di persone, a causa delle misure anti-covid-19, anche quest’anno purtroppo non si è potuta svolgere, come d’altronde è stato per tutti i paesi, ma si sono comunque tenute le celebrazioni Eucaristiche.

Il male che minaccia

di sterminar la gente

col tuo favore potente

lo devi allontanar

Santa Sofia ascolti le tante preghiere elevate coralmente dai fedeli ed interceda affinché la situazione pandemica che l’Italia ed il mondo intero stanno vivendo possa conoscere la parola “fine”.

Nella parte conclusiva della preghiera che chiude la recita della novena, i fedeli, all’unisono, chiedono a Santa Sofia il dono della sapienza che faccia ravvisare nel Vangelo la bussola che orienta nella vita.

“Per tutti l’aspirazione solenne di seguire la legge di Gesù Cristo, che sola brilla di vera luce fra tante false ideologie, e sola conduce ai gaudi eterni. Amen”.

I valori del Vangelo siano l’aspirazione di ogni cristiano ma soprattutto l’elemento ispiratore che animi, con la giusta sapienza, la vita quotidiana di azioni dettate dalla fede, dalla speranza e dalla carità.

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