Agropoli: minacce ed estorsioni, chiesta conferma delle condanne per i rom

Redazione Infocilento

AGROPOLI. Conferma delle condanne di primo grado per i rom coinvolti nel processo conseguente all’operazione “Il Faro” relativo a presunte minacce ed estorsioni ai danni anche di istituzioni.

In particolare il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Salerno, Antonella Giannelli, ha chiesto la conferma delle condanne per associazione a delinquere di stampo mafioso a 4 anni e 2 mesi per Antonio Dolce (detto Capone), Anna Petrilli e Gerardo Marotta; a 5 anni per Donato Marotta (detto Papesce) e Carmine Dolce (detto Maruzziello).

Le accuse al gruppo rom

Secondo l’accusa il gruppo familiare Dolce-Marotta sarebbe un esempio di “mafia atipica”, ovvero «una piccola organizzazione con un basso numero di appartenenti, non necessariamente armata, che assoggettano un limitato territorio». Tutto ciò attraverso comportamenti che si concretizzano anche con minacce ed estorsioni.

L’operazione Il Faro

I soggetti sotto processo nel 2018 finirono al centro dell’operazione “Il Faro” che coinvolse nelle prime battute 25 persone (leggi qui); alcune di queste, poi, sono venute fuori dal procedimento. Le indagini eseguite dai carabinieri e coordinate dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania avevano ipotizzato un vincolo associativo tra gli intranei al gruppo indagato.

Questo «controllava la cittadina a forte vocazione turistica di Agropoli, autofinanziandosi attraverso l’esecuzione di sistematici furti con destrezza compiuti presso gioiellerie presenti su tutto il territorio nazionale, l’esecuzione di furti all’interno di autovetture ed il riciclaggio dei proventi ottenuti, l’illecita introduzione nei circuiti bancari finalizzata all’accredito fraudolento di somme di denaro».

Alcuni dei coinvolti, poi, furono accusati di estorsioni e minacce anche ai danni del sindaco Adamo Coppola e di taluni appartenenti alle forze dell’ordine.

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