Terza dose: somministrazioni dalla prossima settimana

Ernesto Rocco

Dalla prossima settimana via libera alla terza dose di vaccino. Riguarderà, almeno per ora, 52mila pazienti campani fragili e immunodopressi. Poi si passerà agli anziani ospiti delle Rsa, al personale medico e paramedico e infine a dializzati ed over 70.

A cosa servono le terze dosi?

La circolare del ministero della Salute, trasmessa alle Regioni il 14 settembre scorso, ha identificato dieci categorie di pazienti a cui destinare una dose aggiuntiva di vaccino a completamento del ciclo vaccinale primario (fatto di due dosi).

Serve per raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria in persone che hanno difese compromesse a casa della malattia da cui sono affetti e dalle terapie cui sono sottoposti. Va somministrata dopo almeno 28 giorni dall’ultima dose. Dopo le categorie a rischio, il resto della popolazione sarà chiamato alla terza dose: in questo caso dovranno essere passati almeno 10 mesi dall’ultima somministrazione.

Come ci si prenota?

Gli immunodepressi già censiti non deambulanti verranno avvisati per Sms dalle Asl e vaccinati presso il loro domicilio. Saranno raggiunti in ordine cronologico rispetto al tempo di completamento del primo ciclo vaccinale.

Tutti i deambulanti potranno invece recarsi presso i punti vaccinali già operanti nei vari territori delle Asl e accedere alla terza dose senza prenotazione esibendo un documento di riconoscimento e una autocertificazione.

Quali sono le categorie prioritarie?

Sono i pazienti immunodepressi: trapiantati d’organo in terapia immunosoppressiva, trapiantati di midollo per neoplasie del sangue (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva antirigetto), pazienti in attesa di trapianto d’organo, pazienti sottoposti a terapie Car-T, affetti da patologie oncologiche ed onco-ematologiche in trattamento con farmaci immunosoppressivi a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure, affetti da immunodeficienze (sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune etc.), immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (terapia con cortisone ad alto dosaggio protratta nel tempo, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici), dialisi e insufficienza renale cronica grave, pregressa splenectomia, sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) con linfociti CD4 molto bassi o sulla base di giudizio clinico.

 

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