Alta velocità in Cilento, Maldonato scrive al presidente von der Leyen

Luisa Monaco
Franco Maldonato

Una lettera ad Ursula von der Leyen Presidente della commissione europea per affrontare la questione alta velocità in Cilento. A scriverla l’avvocato Franco Maldonato che nelle scorse settimane aveva già scritto al premier Mario Draghi.

Ancora una volta Maldonato si discosta nettamente dalla posizione predominante tra gli amministratori e i politici del territorio e ripropone la necessità di puntare sulla riqualificazione della tratta storica anziché avviare la costruzione di un nuovo tracciato nel Vallo di Diano. Ecco il testo della missiva:

Gentile Presidente,
Le scrivo per segnalarLe una palese incongruenza contenuta nel progetto per la “NUOVA LINEA AV/AC SALERNO-REGGIO CALABRIA”, inserito nel Piano Nazionale per gli investimenti complementari al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (tratta Battipaglia-Romagnano-Praja a Mare, art. 4 comma 2 della Relazione Tecnica di accompagnamento).

Con detto progetto è stata abbandonata l’originaria determinazione di ristrutturare e consolidare la tratta ferroviaria che si snoda lungo la dorsale tirrenica (Battipaglia-Sapri-Paola-Lametia-Reggio Calabria) e formulare opzione per una nuova tratta a monte della storica linea.
Tale opzione contrasta in maniera plateale con la scelta green che il Governo ha rivendicato a giusto titolo negli interventi parlamentari e nel corso della relativa discussione come specifica connotazione del Pnrr. Connotazione che, del resto, riflette apposita direttiva strategica dell’Unione Europea, che si disporrà verosimilmente a scrutinare la compatibilità dei singoli Piani nazionali alla stregua di tale criteriologia.

Invero, l’opzione adottata (che per comodità definiremo: montana) prevede un inconsulto e irrazionale stravolgimento dell’ecosistema naturalistico e del quadro paesaggistico del Massiccio degli Alburni, che, per ospitare la nuova linea sarà interessato da una attività di escavazione per gallerie pari a circa 18.000.000 di m3 così come censito da ITALFERR (Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane) nella nota in data 15.04.2021, che mi pregio di compiegarLe.
Dallo stesso documento emerge, altresì, che, all’esito della predetta opera di escavazione, sarà necessario provvedere ad una imponente opera di “riqualificazione mediante sistemazione ambientale o rimodellamenti morfologici” .

Una volta superato (attraverso un sistema di n. 3 gallerie, rispettivamente di 1.500, 5.000 e 14.900 m.) il massiccio degli Alburni, è previsto che la nuova linea penetri nel Vallo di Diano, che è una pianura interna di grande pregio naturalistico e storico-culturale (ospita la Certosa di San Lorenzo in quel di Padula), non a caso facente parte del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

Un’altra galleria, infine (per 2.160 m.), è prevista nel tenimento del Comune di Montesano sulla Marcellana per penetrare in Basilicata e irragionevolmente scendere poi nuovamente verso il mare. In disparte lo stravolgimento paesaggistico e ambientale, lo stesso Documento di Fattibilità delle alternative progettuali qualifica l’area interessata da tale ipotesi come «territorio particolarmente complesso dal punto di vista orografico».

Ma non può esser sottaciuto che l’opzione medesima contrasta pure con il principio della oculata allocazione delle risorse finanziarie.
Invero, se l’obiettivo dichiarato della nuova opera è quello di conseguire un risparmio di appena 30 minuti sull’intero sviluppo della linea Salerno-Reggio Calabria, non c’è dubbio che sul piano della
valutazione squisitamente economica il risparmio conseguibile sulla tratta di specie non è
comparabile:

a. con il gravissimo danno all’ecosistema naturalistico-ambientale dell’area compresa tra gli Alburni e
il Vallo di Diano, nel perimetro del Parco Nazionale;

b. con gli obiettivi (in parte qua) di decarbonizzazione, che sono alla base del Next Generation EU, in relazione alla sicura emissione, nell’arco di tutto il prossimo decennio, di una maggiore quantità di CO2 recuperabile forse soltanto dal XXII secolo.

Per converso – e sempre in un’ottica di carattere economico e non solo finanziario – non è revocabile in dubbio che gli Alburni e il Vallo di Diano sono già attraversati dalla linea Sicignano- Lagonegro, che, sebbene sostanzialmente dismessa, è ancora armata e, se rifunzionalizzata e completata fino a Salerno (con una oculata allocazione dei fondi del PNRR), garantirebbe una concreta relazionalità con l’HUB di AV più prossimo.

Credo, sig. Ministro, di aver sottoposto alla Sua prudente attenzione tutte le acquisizioni necessarie e sufficienti perché possa adoperarsi ai fini di una rimeditazione del progetto di specie prima che lo stesso venga sottoposto all’esame dei competenti Organi dell’U.E..

Le sarò grato, pertanto, se vorrà fornirmi un cortese cenno di assicurazione e, comunque, di riscontro.
Mi è gradita, frattanto, l’occasione per esprimerLe i sensi della mia alta considerazione e per augurarLe buon lavoro.

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