Cilento, odissea per un’antitetanica

Sergio Pinto
Ospedale Agropoli

Quasi una settimana per un’antitetanica. Paziente viene rimbalzato tra i vari uffici medici. È una vera e propria odissea quella di Alessandro di Agropoli, iniziata con la notizia di un nuovo posto di lavoro. L’azienda che è pronta ad assumerlo, però, come profilassi ha chiesto all’uomo di provvedere alla copertura antitetanica, per poter prendere servizio il prossimo lunedì.

Alessandro diligentemente ha contattato il proprio medico di base il quale lo ha rinviato al distretto di Agropoli. Dopo aver fatto il tour tra i vari piani della struttura, però, gli addetti degli uffici lo rimandano al medico di famiglia.

Nel frattempo l’uomo acquista la fiala in farmacia ma non può farsela inoculare da un infermiere privato poiché serve l’attestato col timbro dell’Ente da presentare all’azienda.

Per l’ennesima volta il medico di famiglia asserisce di non avere la competenza per rilasciare il certificato di avvenuta inoculazione e per l’ennesima volta Alessandro si rivolge al distretto sanitario.

Ancora un nulla di fatto. Questa volta i medici degli uffici lo inviano all’ospedale di Vallo della Lucania. “Ora dovrò elemosinare una puntura da un medico dell’ospedale di Vallo”, il pensiero del malcapitato. Ma neanche al “San Luca” risolve il suo problema. Viene rimandato ad Agropoli e ancora non sa se riuscirà a farsi inoculare l’antitetanica. Un vero e proprio guazzabuglio determinato dalla palude burocratica che caratterizza il nostro paese.

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