Occhio…al diabete. Ce ne parla lo specialista Umberto De Marco

Umberto De Marco

DIABETE. Malattia caratterizzata da un aumento del glucosio nel sangue (iperglicemia), dovuto ad un’insufficienza assoluta o relativa di insulina (l’ormone prodotto dal pancreas che serve ad utilizzare lo zucchero nei tessuti dell’organismo). Attualmente si distinguono due forme di diabete: il tipo 1, che colpisce soprattutto bambini ed adolescenti e che è dovuto alla distruzione delle cellule e del pancreas deputate a produrre l’insulina ed il tipo 2, che interessa soprattutto gli adulti e che è caratterizzato dalla insufficiente produzione di insulina da parte delle cellule beta e/o da un difetto di azione dell’insulina stessa.

La retinopatia diabetica è la più importante complicanza oculare del diabete mellito e costituisce nei paesi industrializzati, la principale causa di cecità legale tra i soggetti in età lavorativa. I sintomi ad essa correlati spesso compaiono tardivamente, quando le lesioni sono già avanzate, e ciò sovente limita l’efficacia del trattamento.
Dati epidemiologici dicono che almeno il 30% della popolazione diabetica sia affetto da retinopatia e che annualmente l’1% viene colpito dalle forme gravi della stessa.

Il fattore determinante che porta allo sviluppo di questa patologia è l’alterazione del sistema microvascolare (microangiopatia), che comporta un danno alle pareti dei piccoli vasi sanguigni (capillari), in particolare del rene (glomerulopatia diabetica), del sistema nervoso periferico (neuropatia diabetica) e della retina (retinopatia diabetica). Sostanzialmente, a causa dell’iperglicemia cronica, si verifica un aumento della permeabilità capillare e il successivo accumulo di liquidi nel tessuto interessato. Quando la retinopatia diabetica diventa più grave, iniziano a formarsi sulla retina nuovi vasi sanguigni, che possono rompersi e causare una riduzione della vista di entità variabile.
La retinopatia diabetica, di solito, colpisce entrambi gli occhi. In un primo momento, la malattia può causare solo lievi problemi di visione o risultare asintomatica, ma la sua progressione può determinare cecità, che in molti casi non può essere invertita.

I principali fattori di rischio associati alla comparsa più precoce e ad un’evoluzione più rapida della retinopatia diabetica sono: la durata del diabete, il cattivo controllo glicemico e l’eventuale ipertensione arteriosa concomitante. Il controllo glicemico è senza dubbio il più importante tra i fattori di rischio modificabili.

La retinopatia diabetica viene classificata in due forme:

una più precoce e meno grave (non proliferante) ed una avanzata (proliferante)

La retinopatia non proliferante (detta anche retinopatia background) si sviluppa in stadio precoce di malattia e provoca aumento della permeabilità capillare; microaneurismi, emorragie, essudati, ischemia maculare e edema maculare (ispessimento della retina causato dalla perdita di liquidi dai capillari).

La retinopatia proliferante si sviluppa dopo la retinopatia non proliferante ed è più grave;

può determinare emorragia vitreale e distacco retinico trazionale. La retinopatia proliferante è caratterizzata da un’anomala formazione di neovasi (neovascolarizzazione), che si verifica sulla superficie interna (vitreale) della retina e può estendersi nella cavità vitreale causando emorragia vitreale. La neovascolarizzazione è spesso associata a tessuto fibroso preretinico, che, insieme con il vitreo, può contrarsi con conseguente distacco retinico trazionale. La neovascolarizzazione può verificarsi anche nel segmento anteriore dell’occhio, sull’iride; può verificarsi la crescita della membrana neovascolare nell’angolo della camera anteriore dell’occhio, sul margine periferico dell’iride, e ne può conseguire glaucoma neovascolare. La perdita della funzione visiva da retinopatia proliferante può essere grave

Le metodiche per la diagnosi iniziale di retinopatia diabetica sono:

  • Fondo oculare
  • Fluorangiografia retininica, se vi sono segni di retinopatia diabetica prolieferante per definire la presenza di aree ischemiche.
  • Tomografia assiale computerizzata (OCT), che permette di studiare in dettaglio la macula

Le più efficaci armi per ridurre la frequenza di comparsa o di aggravamento della malattia rimangono sicuramente, come già detto in precedenza, l’accurata prevenzione ed un rigoroso compenso metabolico.?In caso di complicanze oculari esiste la possibilità di intervenire efficacemente, a seconda della situazione specifica attraverso:

  • Trattamenti laser mirati, efficaci nel migliorare la prognosi visiva nelle forme edematose e nel ridurre le temibili complicanze delle forme proliferanti neovascolari
  • Iniezioni intravitreali di Ranibizumab o Aflibercept utili nel far regredire i neovasi, nelle forme refrattarie al trattamento laser e nelle forme edematose di una certa entità (>400 micron spessore centrale della regione maculare all’esame oct)
  • Impianto  intravitreale di desametasone a lento rilascio che sfruttano le proprietà antiangiogeniche e antiedemigene dei corticosteroidi nelle forme di edema maculare diabetico.
  • Chirurgia vitreo-retinica che resta generalmente riservata ai casi più gravi (retinopatia proliferante con emorragie vitreali recidivanti e/o distacco retinico trazionale) 

Per questo motivo, ai pazienti con diabete viene raccomandata una visita oculistica approfondita almeno una volta all’anno, per monitorare il decorso della retinopatia diabetica. Se la patologia viene rilevata in tempo, può essere efficacemente trattata mediante laserterapia fotocoagulativa. Dal momento in cui si manifestano i sintomi della retinopatia diabetica, la condizione può essere molto difficile da gestire.
Poiché è importante una diagnosi precoce, è necessario sottoporre tutti i pazienti diabetici annualmente a un esame oftalmologico in midriasi. ( dilatazione della pupilla)
Le pazienti gravide affette da diabete devono essere valutate ogni trimestre.

Condividi questo articolo
Exit mobile version