Al Palazzo Baronale di Torchiara, la poetessa nocerina Elvira Venosi, presenterà “Ceneri ardenti”

Comunicato Stampa

La poetessa nocerina Elvira Venosi, in arte Selvaggia Leone, dopo aver fatto conoscere le sue liriche d’amore e passione, riscuotendo notevoli apprezzamenti, anche nel Lazio, riscalderà il già assolato Cilento con le sue “Ceneri ardenti”, la sua ultima fatica letteraria edita da Il Quaderno edizioni.

“La poesia non va mai in vacanza”, afferma la poetessa, felice e orgogliosa di poter declamare i suoi versi nelle splendide località cilentane; in cui trascorre le estati sin dall’infanzia. Sarà presente a Torchiara, al Palazzo Baronale de Conciliis, l’8 agosto alle 21, nell’ambito del 33^ Solstizio d’Estate, rassegna di cultura, musica e spettacolo, in cui, precedendo le note di musica classica del “Trio Felix”, allieterà il pubblico con i suoi versi, accompagnata dallo scrittore Davide Bottiglieri.

Anche il Comune di Capaccio-Paestum ha scelto di inserire la presentazione dell’ “ardente” raccolta lirica nel suo variegato e prestigioso calendario di eventi culturali, musicali e teatrali.

Il 10 agosto alle 19 vedremo salire Selvaggia sul palco sospeso dei Giardini di Piazza Tempone per regalare al suo pubblico “gioie ineguagliabili”. Dulcis in fundo, la scrittrice prenderà parte alla Mostra personale d’arte del Maestro Marco Petillo, esposta ad Ascea dal 7 al 22 agosto presso la Fondazione Alario. Mostra ricca di eventi culturali, che dedica spazio alla poesia il 18 agosto; data in cui Elvira e il suo alter ego Selvaggia discuteranno dell’ultima opera con il giornalista de Il Quotidiano del Sud, Arturo Calabrese.

Ceneri ardenti” è l’omaggio agli amori vissuti dall’autrice, verso i quali prova un sentimento di gratitudine per aver permesso di provare ancora l’illusione dell’amore. L’amore, ripercorso nelle sue fasi del “cercarsi-scoprirsi-mancarsi”, una volta giunto al capolinea, le porta una nuova consapevolezza e una maturità sentimentale che giova allo spirito e all’anima. La dottoressa Fabiola Esposito, psicologa, nella sua analisi alle liriche, definisce la raccolta come “un orgasmo emotivo”, “un libro che mantiene l’impegnò atteso da colui che lo sceglie anche solo per il titolo, che fa estraniare a ogni verso, riconducendovi in un sogno”.

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