Bandiere Blu a Capaccio: confusione su denominazione della costa

Emilio Malandrino

CAPACCIO PAESTUM. Polemiche nella città dei templi per le Bandiere Blu. Ai più attenti non è sfuggito che Capaccio Paestum in passato poteva vantare 7 spiagge con il vessillo Fee. Ora, invece, se ne contano 5: Licinella, Varolato, Laura, Vasina D’Amato, Foce Acqua dei Ranci.
Alcuni tratti di costa, quindi, ne sono rimasti privi. Colpa dei problemi che si sono registrati negli ultimi anni, con scarichi abusivi in fiumi e canali che hanno influito sulla qualità del mare.

Ma c’è anche un altro problema che sta generando confusione: i tratti di costa indicati dalla Fee non sempre corrispondono ai confini delle contrade capaccesi. A spiegarlo Maurizio Paolillo, ex consigliere comunale, già delegato alla fascia costiera.

«La FEE rilascia le Bandiere Blu sulla base delle candidature presentate dai Comuni per ogni spiaggia come identificata e denominata dall’Arpac.
Ogni tratto di spiaggia è compreso tra due coordinate che lo delimitano
Capaccio Paestum»
, spiega Paolillo.

«Purtroppo – aggiunge – per via della Classificazione non Eccellente ma Buona (che resta ben al di sopra delle soglie per la balneabilità) della qualità delle acque in base alla media annua dei rilievi l’Arpac, la spiaggia denominata Torre di Paestum non è più Bandiera Blu. Ma quella spiaggia non corrisponde affatto alla omonima contrada costiera».

Secondo Arpac, infatti, Torre di Paestum è la spiaggia che parte dal Lido Marilena al Park Hotel e quindi nella pratica comprende anche parte di Licinella e di Linora.

La spiaggia antistante la contrada Torre, invece, è denominata Licinella e parte dal lido Militare al Lido Mec, interessando parte della contrada Licinella e parte della Contrada Torre.

Il mare antistante la spiaggia di Licinella (dove insistono innumerevoli attività ricettive nonché tantissime seconde case e residenti) è stato classificato Eccellente, pertanto la contrada resta ben saldamente Bandiera Blu .
«È un errore di denominazione da correggere ma deve farlo l’Arpac e questo va detto, almeno per chiarezza», precisa Paolillo.

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