Cilento, pioggia ad ora di pranzo: “ora dove mandiamo i clienti”

Gennaro Maiorano

Pioggia ad ora di pranzo, scoppia la rabbia dei ristoratori cilentani, in particolare dell’area nord. Dopo una mattinata in cui il cielo ha minacciato pioggia, intorno alle 13 l’acqua ha cominciato a cadere nel comprensorio costiero dell’alto Cilento. Un orario in cui diverse persone si erano già accomodate ai tavoli di ristoranti, pizzerie o tavole calde. 

In base al nuovo decreto, in zona gialla le attività di somministrazione di alimenti e bevande possono servire ai tavoli all’aperto con talune prescrizioni. Complice il weekend del primo maggio che ha visto aumentare l’affluenza di persone sul territorio, quindi, i locali sono tornati ad affollarsi nei limiti dei posti consentiti. Ma con la pioggia sono iniziati i problemi: qualcuno è riuscito a limitare i disagi grazie a tende o ombrelloni, altri hanno dovuto fare diversamente .

“A questo governo che non è certo dei migliori vorrei chiedere come dobbiamo comportarci in queste circostanze, forse dobbiamo mandare via i clienti? Per fortuna non c’è stato un temporale ma se avesse piovuto più forte avremmo dovuto mandare tutti a casa?”, si chiede un ristoratore agropolese. 

Qualcuno ha atteso che smettesse di piovere per far riaccomodare gli avventori, qualcun altro li ha fatti entrare all’interno. “Non ci sono altre soluzioni – dice il titolare di una attività di Agropoli – il governo mandi i suoi rappresentanti a risolvere il problema. Purtroppo le regole che hanno imposto sono ridicole e sconcertanti, fatte da qualcuno che probabilmente non ha la minima cognizione della realtà. Tra l’altro abbiamo speso centinaia di euro proprio per adeguare i locali lo scorso anno, ora ci dicono che l’interno delle nostre attività non è utilizzabile”. 

La rabbia è tanta e a pesare ulteriormente sulla situazione c’è un futuro tutt’altro che roseo. “Purtroppo guardando avanti ci sono solo incertezze, da qui all’estate non sapremo cosa accadrà, almeno lo scorso anno c’erano delle date più precise relativamente alle aperture e alle modalità di comportarsi, oggi invece non abbiamo un minimo di certezza, ognuno si regola autonomamente e le disposizioni rischiano di diventare un optional”. 

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