Andriy Shevchenko ricorda l’affetto della gente di Agropoli

Ernesto Rocco

Andriy Shevchenko non dimentica l’Italia e la sua prima volta nel Belpaese. Intervistato dal Corriere della Sera, ancora una volta l’ex campione ucraino, attuale commissario tecnico della nazionale, ha ricordato la città di Agropoli dove uno Shevchenko ancora adolescente partecipò al torneo internazionale di Calcio Giovanile.

Il ricordo di Agropoli

«Avevo 12 anni e ci fecero disputare un torneo in una città che si chiamava Agropoli. Noi eravamo ripiegati su noi stessi, istruiti a non dare confidenza. Invece ci sciogliemmo come neve al sole. La gente ci sorrideva, ci accoglieva con gentilezza. Ricordo di aver pensato che un giorno mi sarebbe piaciuto tornarci». Queste le sue parole che dimostrano quanto quell’esperienza gli sia rimasta nel cuore.

Ma non è la prima volta che il calciatore ricorda Agropoli e l’accoglienza che la sua Dinamo Kiev ebbe in città. Lo ha già fatto in altre interviste, l’ultima a La Gazzetta dello Sport nel 2017.

“Venni undicenne per un torneo giovanile, giocammo ad Agropoli e rimasi incantato dalla gente, dal modo di vivere, da tutto. Rientrai a casa con la convinzione che un giorno avrei vissuto a lungo in Italia”, disse all’epoca.

Andriy Shevchenko ad Agropoli

Era l’anno 1989. Al torneo internazionale “Città di Agropoli” Andriy arriva 13enne con i ragazzini della Dinamo Kiev. Non era mai andato all’estero prima di disputare il torneo agropolese. Nella settimana tra il 23 e il 26 marzo di oltre 30 anni fa, Shevchenko e i suoi compagni si sobbarcarono quattro giorni di viaggio in autobus da Kiev.

Chi li accoglie viene subito colpito da un dettaglio: la colazione del giorno dell’arrivo è fatta di due pezzi di pane nero e due fette di lardo. Il loro bagaglio è costituito solo di una busta di plastica.

Ecco allora che il paese si dà subito da fare per fare sentire a loro agio gli ospiti d’onore del torneo. In una precedente intervista l’ex attaccante del Milan ricordò proprio questo dettaglio: “Tutti ci hanno accolto benissimo, ci davano sempre i buffetti sulle guance”.

La Dinamo Kiev una squadra senza avversari

In campo, però, i ragazzi della Dinamo non fanno intenerire nessuno. Nelle prime due partite, contro la Battipagliese e contro la Spes, vincono 6-0 e 4-1.

L’organizzatore del torneo, Antonio Inverso alias Caciotta, allenatore della DLF, nota subito il suo talento. E in effetti nella sfida finale contro gli agropolesi, nei primi venti minuti Sheva, segna cinque gol. La gara finirà 10-0.

Gli osservatori lì presenti segnarono subito il suo nome sul loro taccuino. Il resto è storia calcistica.

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