Osservatorio Astronomico di Petina: dopo anni d’attesa si torneranno a veder le stelle

Katiuscia Stio

PETINA. Una nuova speranza per l’Osservatorio Astronomico di Aresta. Grazie ad un finanziamento di 200mila euro arrivato nel 2019, è stato possibile avviare una serie di interventi che dovrebbero presto garantirne la piena operatività. Una notizia importante e soprattutto attesa. Tante erano le aspettative del territorio per l’osservatorio astronomico di Petina che però, per quasi un decennio, non è stato funzionante. Poi nel 2019 la svolta: l’amministrazione comunale di Petina riuscì ad ottenere 200mila euro per la riqualificazione tecnologica hardware e software degli impianti.

Osservatorio Astronomico di Petina: verso il completamento dei lavori

Il completamente delle opere è in dirittura d’arrivo. Quelle relative alla sistemazione della struttura sono state completate, così come l’impianto fotovoltaico e il sistema di autonomia elettrica. Restano da eseguire i lavori al telescopio con il montaggio delle nuove apparecchiature che dovrebbero iniziare subito dopo Pasqua e si protrarranno per una quindicina di giorni.

Servirà poi il tempo necessario per effettuare alcuni test e se non ci saranno intoppi per maggio l’osservatorio potrebbe essere pronto e funzionante. Sarà quindi organizzata una nuova inaugurazione ma, come precisa il direttore, l’ingegnere Ettore Marmo, l’auspicio è di riaprirlo quando l’emergenza covid consentirà anche le visite.

Una speranza per il territorio rimasta a lungo disattesa

L’Osservatorio Astronomico si trova in cima agli Alburni, in località Aresta di Petina, a 1300 metri di altitudine, nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni. La struttura è nata da un vecchio “casone” che, immerso nel verde dei pianori degli Alburni, ricovero di pastori e mandriani, fu fatto costruire molti anni fa dalla Comunità montana Alburni. L’Osservatorio nel tempo era diventato uno dei più grandi osservatori amatoriali d’Italia. Esso si avvale della collaborazione dell’associazione “Astrofili degli Alburni”.

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