Il sondaggio: si ai viaggi all’estero no a quelli in Italia. D’accordo?

Chiara Esposito

A Pasqua è consentito partire per località estere, anche se si è in zona rossa. È quanto si apprende dal Ministero dell’Interno in accordo con quello della Salute. Il Dpcm del 02 marzo elenca una serie di Paesi in cui è possibile viaggiare anche per turismo. Un paradosso che lascia perplessi gran parte degli italiani che si avvicinano a trascorrere una Pasqua in zona rossa, con restrizioni, in casa. A risentirne maggiormente sono gli operatori turistici, sempre più colpiti dalla pandemia: “Non comprendiamo come sia possibile autorizzare i viaggi oltre confine e invece impedire quelli in Italia”, afferma Federlaberghi.

Nessuna vacanza in Cilento quindi, considerata da tempo e dati alla mano, una piccola zona bianca. A raggiungere il comprensorio saranno solo i titolari delle seconde case.
Con il sondaggio di questa settimana il 96% dei lettori è assolutamente contrario a tutto questo.
“E noi che campiamo di turismo siamo sempre più dimenticati, non lo trovo per nulla giusto”, dice Stefania.

Per Claudia invece: “Nessun viaggio deve essere consentito”.

“È l’unico modo per tracciare gli spostamenti. Doppio tampone e sei sicuro. Con gli spostamenti in auto questo non è possibile”, ci scrive un lettore.

Ma quali sono le regole per chi decide di partire?

Abbiamo un elenco A ( San Marino, Città del Vaticano) per cui non è prevista regolazione, un elenco B (Stati e territori a basso rischio epidemiologico) e un lungo elenco C (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania , Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco).
Tutti coloro che hanno soggiornato o transitato, nei 14 (quattordici) giorni antecedenti all’ingresso in Italia, in uno o più Stati e territori di cui all’elenco C , indipendentemente dall’esito del test molecolare o antigenico già richiesto per l’ingresso in Italia, devono sottoporsi anche a un periodo di 5 (cinque) giorni di quarantena presso l’abitazione o la dimora, previa comunicazione del proprio ingresso nel territorio nazionale al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio. È obbligatorio, inoltre, effettuare un ulteriore test molecolare o antigenico al termine dei cinque giorni di quarantena.
Dell’ elenco D fanno poi parte Australia, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea, Ruanda, Singapore, Tailandia, ossia i paesi verso cui e da cui sono consentiti gli spostamenti.
In ultimo l’elenco E del quale fanno parte tutti quei paesi verso i quali non sono consentiti spostamenti per turismo, come il Regno Unito e il Giappone (fino al 3 aprile).

Al prossimo sondaggio.

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