“Battipaglia porta del Cilento”: scoppia la polemica

Costabile Pio Russomando

I confini del Cilento si allargano sempre di più. Se rispetto ai limiti territoriali storici già da tempo ci si era estesi sia a nord che a sud, negli ultimi anni il nome di questo territorio ha varcato anche il confine del Solofrone, per estendersi a Paestum. Inoltre, per una questione di marketing, era arrivato fino ad Eboli dove un noto centro commerciale ha proprio la denominazione “Cilento”. Ma mai si era pensato di identificare quest’area come il Cilento. Almeno fino ad oggi.

Un manifesto installato a Battipaglia, infatti, indica questa città come porta di ingresso del territorio. L’immagine riporta i loghi istituzionali del comune di Battipaglia e della provincia di Salerno; più in basso e più in grande c’è il simbolo del Parco Nazionale e il richiamo alla Dieta Mediterranea, studiata a Pioppi e non certo all’ombra del Castelluccio.

In molti vogliono chiarezza. Battipaglia e la Piana del Sele nulla hanno a che fare con il Cilento, geograficamente, storicamente, culturalmente. Inevitabile, quindi, la polemica. Alcuni cittadini chiedono lumi sull’autorizzazione concessa ad utilizzare nome e logo del Parco, ente che finisce sotto accusa. C’è anche chi prova ad individuare come responsabile uno dei suoi vertici, originario proprio della Piana del Sele. L’accostamento viene naturale anche se non è dato sapersi se sia direttamente o indirettamente collegato all’iniziativa.

Certo è che ai cilentani non piace questa estensione del confine della loro terra. Tanti erano già perplessi al pensiero di farvi rientrare Paestum, se non addirittura Agropoli, città il cui perimetro è parzialmente nell’area Parco e pertanto da sempre è stata considerata la vera porta del Cilento. Ma arrivare fino a Battipaglia proprio no.

E pensare che il termine Cilento già cozza con l’attuale geografia che lo vede limitato
a nord dalla catena dei monti Alburni e a est dal Vallo di Diano.  Cis Alentum (“al di qua dell’Alento”), segna un confine chiaro. Va bene l’estensione, anche alla luce dei confini del Parco, ma addirittura oltre il Sele.

“Si sta snaturato il nostro territorio fino ad aree che sono diverse sotto tutti i profili con il nostro e questa non è certo una buona pubblicità per noi”, è uno dei commenti. “Cosa collega Battipaglia, Eboli e il Cilento? Il Parco ci dia almeno una motivazione di questa scelta”, si chiede un altro cittadino.
“Va subito rimosso il cartello”, tuona un altro cilentano che si dice pronto ad una raccolta firme. Infine c’è chi chiede chiarezza: “le istituzioni coinvolte dicano chi è il responsabile e se il Parco non è implicato si attivi per far rimuovere un manifesto che rappresenta solo una cattiva pubblicità perché la Piana del Sele non è certo Cilento. A loro può far comodo essere legati a noi, ma non può dirsi il contrario”.

Prova a fare chiarezza sul caso Andrea Scagano, responsabile del Cai clentano: “La logica di questa nuova segnaletica è ben precisa..ed è stata messa in due posti strategici uscendo dall’unico grande asse viario che è l’autostrada Salerno -Reggio Calabria (uno a Battipaglia e l’altro nella zona sud a Casalbuono) dando semplicemente un benvenuto e un indicazione di prossimità al turista”. La risposta, però, non ha convinto.

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