Calcio e curiosità, Giuseppe Funicello: l’intervista al cilentano giramondo

Christian Vitale
giuseppe funiciello
Giuseppe Funiciello

Giuseppe Funicello ha lasciato da piccolo l’Italia, ed il Cilento, andando a vivere negli Usa. Il classe 1987 è nato ad Agropoli ma la sua famiglia originaria di San Mango Cilento, frazione di Sessa Cilento, si è trasferita nel Connecticut a Norwalk. Nella giovinezza di Giuseppe una delle più forti passioni è stata quella del calcio che ha portato lo stesso Funicello a girare davvero tanto. Italia, Usa, Inghilterra, Finlandia, Islanda e Costa Rica sono state, per ora, le tappe della vita calcistica del cilentano calciatore, prima, osservatore e tecnico, poi. Abbiamo provato a ripercorrere i momenti più importanti della carriera dello stesso Giuseppe Funicello che ci ha rilasciato, nelle ore scorse, le seguenti dichiarazioni.

Giuseppe Funicello ha vissuto per grande parte della sua vita lontano dall’Italia ma le origini sono totalmente cilentane giusto?

Sì, ho vissuto lontano dall’Italia per molto tempo. Sono nato ad Agropoli, per poi trasferirmi negli Stati Uniti giovanissimo. La mia famiglia paterna proviene da un piccolo paese San Mango Cilento, veramente una bella cittadina, e poi si è trasferita negli Stati Uniti ed è lì che sono cresciuto, prima di spostarmi in Europa per giocare tra i professionisti”.

Come è nato l’amore per il pallone per Giuseppe Funicello?

Il calcio è sempre stato il mio primo amore. Anche se ho vissuto tanto negli Stati Uniti, mio padre guardava sempre le partite italiane in TV. Era ciò che ricordo di più della mia infanzia: guardavo giocatori come Roberto e Dino Baggio, Zola, Signori, Bergomi, Donadoni, Baresi e tanti altri. Sono tornato in Italia a 16 anni e ho militato per qualche periodo nel settore giovanile della Salernitana prima di tornare negli Stati Uniti per giocare. Volevo confrontarmi con il calcio italiano, ma è stato difficile trovare un modo per entrarci. Credo che l’Italia sia davvero un Paese fantastico innamorato di questo sport”.

Per te esperienze negli Usa. Che ricordi porti di quel periodo?

I miei ricordi negli Stati Uniti sono pieni di calcio, oltre all’aiutare la mia famiglia con il nostro ristorante italiano che abbiamo nel Connecticut. I miei genitori e il lavoro in un’azienda a conduzione familiare mi hanno insegnato responsabilità ed etica del lavoro. Davvero mi reputo fortunato ad essere cresciuto con la famiglia che avevo e nell’ambiente in cui mi trovavo. Hanno fatto tutto il possibile per darmi una vita straordinaria. Prima dei 20 anni ho giocato con diverse squadre americane tra cui i New York Red Bull, club del campionato MLS, quando avevo l’età di 18 anni”

Poi il passaggio in Inghilterra. Come ti sei trovato nel calcio europeo?

Volevo giocare a calcio in Europa perché è il posto migliore per farlo. Nel 2007 ho prenotato un biglietto in cerca di calcio professionistico e non ho mai guardato indietro. Ho iniziato nei campionati più bassi e mi sono fatto strada lentamente facendo una piccola esperienza anche con il Charlton Atletic, team glorioso del calcio britannico. È stato un viaggio fantastico, partito proprio dell’Inghilterra”.

Per te anche diversi campionato tra Islanda e Finlandia dove ti sei tolto diverse soddisfazioni giusto?

Sì, ho giocato e allenato tra i professionisti in Islanda per diverso periodo con il Thor Akureyri. Mi sono anche misurato nella massima serie in Finlandia con 3 club: IFK Mariehamn, VPS e FF Jaro. Questa esperienza è stata di grande livello e ne porto grandi ricordi, un periodo fantastico nella mia vita”.

Come è continuata poi la tua carriera? Oggi sei ancora nel mondo del calcio?

“La mia carriera mi ha portato ad allenare e cercare giovani talenti. Attualmente sono in Costa Rica, a costruire il mio club professionistico per giocare nella massima serie locale. Ho lavorato come osservatore per molti anni e sento che ora è il momento di costruire la mia squadra che gareggerà nel mondo del calcio professionistico. Sono entusiasta di questa sfida e di questo viaggio”.

Quale è il più bel ricordo che lega al calcio GIuseppe Funicello?

“Il mio ricordo più bello è stato quello di aver firmato il mio primo contratto professionistico con cui ho potuto mantenermi. Era con il club finlandese IFK Mariehamn nel 2012. Wow, che sensazione avere finalmente risultati dopo tutto il duro lavoro. Sorprendente è stato un giorno che non dimenticherò mai: ricordo di aver pianto per la gioia”.

Quanto ti manca l’Italia e il Cilento? Quando speri di poter tornarci?

L’Italia è il mio cuore. Anche se sono cresciuto in America, la mia vita ora è fuori dagli Stati Uniti e spero di tornare in Italia un giorno a vivere. Amo tutto ciò che riguarda il paese, dal calcio, al cibo, all’ambiente e alla cultura. Veramente un paese fantastico. Ci sono tanti miei familiari nel Cilento e non vedo l’ora di ricongiungermi più spesso con loro”.

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