I sensi del Cilento: Agropoli

Roberto Scola
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Lo scorso mese per la mia rubrica: “I sensi del Cilento”, ho esplorato il mio paese, Ogliastro Cilento. Adesso la prova si fa più ardua. In questo mese ho deciso di concedermi un viaggio ad Agropoli, la mia città d’adozione. Sono nato ad Agropoli, ho vissuto qui parte della mia infanzia, poi le scuole superiori, il sabato sera trascorso al Corso Garibaldi. Comincio dall’Isola pedonale il mio racconto di Agropoli. Tante sono le cose cambiate in questi anni. I tanti e svariati negozi con le botteghe di artigiani, hanno lasciato il posto ad attività commerciali piene di “Souvenirs”, ad attività per la ristorazione, a negozi per l’abbigliamento. I

tanti vicoli che attraversano il Corso mi riportano indietro di vent’anni. Ricordo la città viva di allora; Agropoli prima dell’avvento di internet. Voci alte dal Bar dello sport, parole gridate, frasi sussurrate di nascosto per non far capire di cosa si stesse parlando. Poi la gente.

Tanta gente che faceva le famose vasche. Avanti e indietro, dal “Bar Anna” fino sotto gli scaloni. Pensando e riempendo la mia mente di ricordi, sono arrivato proprio sotto gli scaloni. Qui mi viene sempre in mente una poesia di Saba dedicata alla sua “Trieste”, che mi ricorda la salita e il silenzio per arrivare alla Porta di Agropoli.

Ho attraversata tutta la città.
Poi ho salita un’erta,
popolosa in principio, in là deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.

Mi trovo davanti la porta della città vecchia. Maestosa e imponente. In alto, lo stemma marmoreo della città. Arrivo alla Piazza, il panorama è di quelli che si ricordano per tutta la vita. Stupisce sempre, anche in una domenica fredda di gennaio. Da qui, mi piace pensare e ascoltare questo mare, pieno di barche per la Processione il 24 luglio di ogni anno, in occasione della festa della Madonna di Costantinopoli, protettrice dei pescatori. La festa religiosa è suggestiva quanto la leggenda. Nel 1535 il feroce corsaro Barbarossa assalì Agropoli facendo circa 500 prigionieri, distruggendo case e chiese, incendiando campi e uccidendo chiunque tentasse di opporsi. Alcuni fedeli riuscirono a mettere in salvo la statua della Madonna di Costantinopoli in una grotta del promontorio su cui sorge la città vecchia. Dopo qualche anno, una mareggiata portò via la Statua della Vergine dal suo nascondiglio e la si vide galleggiare in mare.

I pescatori la recuperarono e decisero di dedicarle una cappella. Entro nella Chiesa, piccola e graziosa, il tempo di una preghiera ed esco. Uno sguardo ancora al panorama poi mi incammino tra i vicoli della città vecchia. La mia direzione è il Castello Angioino -Aragonese. Negli ultimi anni ci sono stato tante volte in occasione del: ”Settembre culturale” .Posso dire di essere di casa, ma posso dire anche con certezza che questo posto per me è magico. Ogni volta è una sorpresa. E’ un luogo suggestivo e poetico. Infatti ha ispirato poeti e scrittori, da Giuseppe Ungaretti a Marguerite Yourcenar. Ma qui appoggiato sulla ringhiera, mentre contemplo il panorama, mi piace pensare a Luisa Sanfelice la protagonista del romanzo di Alexandre Dumas che ha vissuto nel Castello. Una figura affascinante, una donna che ha portato i principi della Rivoluzione Francese in tutto il mondo. Una donna bellissima e coraggiosa, la sua vita è tutta una sequenza di segreti e leggende. A me piace pensarla qui ad Agropoli, mentre guarda questo panorama infinito che sicuramente le ha ispirato i principi di libertà. Scendo verso il mare, non senza prima visitare la Chiesa Madre di Agropoli dedicata ai SS Pietro e Paolo.

Mi colpisce subito il Portone all’ingresso con i rilievi dei Santi a cui è dedicata, poi dal centro della Piazza, partono geometrie di vicoli da esplorare, che si snodano per il Centro storico. Entro nella Chiesa di sicure origini tardo antiche. Si nota subito il bellissimo Altare Maggiore. L’interno è accogliente ad unica navata, poi il Coro e il Pulpito di pregevole fattura con un bellissimo Confessionale in legno. Esco, portando nel cuore l’immagine dei due Santi .Mi fermo in un piccolo locale della città vecchia, dove  mi aspettano degli amici per farmi degustare la pizza di “sopra Agropoli”. E’ davvero buonissima. La serata, lascia quasi il posto alla notte. Arrivo al Porto Turistico, dove vivo i suggestivi momenti che ho trascorso all’inizio del mio viaggio. La Rupe è un monumento naturale  .Guardata da questa angolazione, suscita un rigoroso rispetto. Se l’immagine dall’alto è da non dimenticare, dal basso è da cartolina di presentazione. Mi incammino verso San Francesco.

La leggenda narra che, nel 1222, il Poverello d’Assisi, sbarcato nel porticciolo di Agropoli per portare la parola di Dio, fu deriso e maltrattato dagli abitanti tanto da decidere di rivolgersi, da uno scoglio agli abitanti del mare che, invece, lo ascoltarono. Tale fatto viene tramandato dalla credenza popolare ma trova dei riscontri nei documenti storici contenuti negli annali dei Frati Minori. Saluto Agropoli davanti allo scoglio di San Francesco, riproponendomi di tornare a raccontarlo il mese prossimo, partendo dal lungo mare San Marco.

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