Antiche tradizioni cilentane: la zampogna, dall’Impero Romano ad oggi

Maria Fraiese

La zampogna è uno strumento musicale antico, utilizzato nel Cilento, soprattutto durante il periodo natalizio.
La zampogna è formata da un otre (sacca di accumulo d’aria) realizzata in pelle di capra o pecora e da una o più canne, nelle quali soffia lo zampognaro.

Le sue origini sono molto antiche. La prima zampogna della quale abbiamo notizia risale al I secolo d. C.: Svetonio, storico latino, racconta che Nerone aveva pubblicamente promesso che avrebbe suonato “l’utricularius”, in caso di vittoria. Quest’ultimo indica un otre di cuoio e potrebbe essere proprio la zampogna. Anche Dione Crisostomo, greco e contemporaneo di Svetonio, attesta che Nerone “sapeva come suonare la canna e come comprimere col braccio il sacco“. Questo strumento poteva essere stato importato dall’Asia.

In età medievale e moderna si assiste ad un ulteriore sviluppo della zampogna.

Secondi alcuni invece, il termine “zampogna” deriva da latino symphōnĭa e dal greco συμϕωνία (sumfonia) che significa “sinfonia di suoni, concerto”.

La zampogna da innumerevoli anni accompagna con la sua dolce melodia i canti del Natale ma anche pastorali e tarantelle. Spesso è adornata con nastri colorati, soprattutto rossi, con funzione apotropaica.

Ancora oggi, la zampogna viene suonata in paesi del Cilento come Monteforte Cilento, Trentinara, Novi Velia e molti altri.

Dunque, un’antica tradizione da custodire e tramandare alle future generazioni.

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