Il Distretto Rurale-Culturale “Cilento Antico” presto sarà realtà

Arturo Calabrese

È in dirittura d’arrivo il Distretto Rurale-Culturale “Cilento Antico”. Nei prossimi giorni, sarà presentato l’intero incartamento alla Regione Campania e da lì il Distretto potrà essere considerato una realtà a tutti gli effetti. Nato dalla collaborazione tra il Gruppo di Azione Locale “Cilento Regeneratio”, il Flag “Cilento Mare Blu”, FareAmbiente, l’Unci Campania, la Banca di Credito Cooperativo di Aquara e il Comune di Capaccio Paestum, il Distretto Rurale-Culturale è un incubatore che vede diversi punti programmatrici: tutela e valorizzazione dell’ambiente, riqualificazione del paesaggio, diversificazione dell’economia rurale, competitività territoriali, pianificazione del territorio e qualità della vita. Aspetti che possono essere riassunti nella lotta allo spopolamento dei piccoli centri, anima del distretto stesso, e nella creazione di posti di lavoro.

Esso viene finanziato da vari fondi pubblici provenienti da Bruxelles e dalla Regione, ma ha anche quote private. Al momento si contano oltre 100 aziende e la partecipazione 21 comuni dell’area cilentana, riunitisi sotto l’egida del cambiamento e dell’investimento nel futuro.

Tra i promotori dell’iniziativa vi è senza dubbio il professor Vincenzo Pepe, presidente onorario della Fondazione Giambattista Vico di Vatolla e presidente nazionale di FareAmbiente: «Il Cilento ha immense potenzialità – spiega – ma sono distanti tra loro e di questo passo rischiano di cadere nell’oblio. Questa nuova realtà vuole mettere in rete tutto ciò che il territorio ha da offrire dal punto di vista geografico, culturale, enogastronomico, storico e paesaggistico. Gli esempi sono tantissimi – aggiunge – abbiamo ad Orria le opere e la casa-museo del grande pittore Paolo De Matteis, a Lustra abbiamo il centro storico di Rocca Cilento, a Vatolla troviamo Vico e Palazzo Vargas. A Cicerale ci sono i ceci, a Salento le castagne, a Gioi la soppressata e potrei continuare all’infinito – ragiona Pepe – ma queste sono soltanto alcune delle nostre eccellenze».

Il lavoro e le iniziative del nascente soggetto hanno subito dei rallentamenti per l’emergenza sanitaria data dal Covid: «Ad Agropoli siamo pronti a riaprire la Fornace – dichiara il professore – l’allestimento è stato completato e attendiamo disposizioni per poter finalmente inaugurare». Il nome dato al distretto non è assolutamente casuale: «Ho scelto “Cilento Antico” perché in queste due parole c’è tutto: le nostre radici, ciò che mangiamo, i nostri nonni, l’aria che respiriamo, il sole, le montagne, i boschi ma anche i piccoli paesi, beni da preservare e valorizzare». Un punto quest’ultimo a cui il Gal “Cilento Regeneratio” lavora da tempo e su cui continuerà ad investire: «Il Covid ha insegnato a tutti il valore del piccolo paese. Lì c’è l’essere di Parmenide – conclude Pepe – il benessere, lo stare bene. Ed è da lì che si deve ripartire».

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