FOTO | Cilento e Diano omaggiano Diego Armando Maradona, il dio del calcio

Ernesto Rocco

Il mondo intero piange il dio del calcio. Diego Armando Maradona se n’è andato ieri all’età di 60 anni. Il suo cuore, messo a dura prova da una vita vissuta i limiti, ha smesso di battere all’improvviso, lasciando in tutti un senso di profondo dolore per aver perso un mito, capace di rappresentare, non solo nel calcio, popoli e nazioni.
Non c’è un angolo del pianeta che non sia in qualche modo legato a Maradona. Dall’Argentina, sua terra natia, a Napoli, la città che più di ogni altra lo ha amato e lo ha eletto a suo simbolo e condottiero. Nonostante la morte i riflettori su di lui non si spegneranno mai, il suo ricordo continuerà a vivere in eterno, testimoniato dalle immagini delle sue giocate in campo.

Nel capoluogo partenopeo, ancora ora si registra un viavai di persone che raggiungono lo stadio San Paolo e il murales a lui dedicato nei quartieri spagnoli per lasciare fiori, biglietti, lumini, segni del loro affetto. Le luci dell’impianto sportivo di Fuorigrotta sono state simbolicamente lasciate accese per tutta la notte. Anche altre città hanno fatto lo stesso, da Salerno al Cilento e Vallo di Diano: illuminazione accesa nei campi di Sassano, Sala Consilina, Sapri, Montecorice ed altri centri, a testimonianza di un territorio che vuole dirglj grazie per le emozioni che ha saputo regalare.

Qualcuno, negli anni d’oro trascorsi a Napoli. ha avuto anche la possibilità di ammirarlo dal vivo, non solo sul rettangolo verde.
Era il 18 novembre del 1987 quando El Pibe de Oro, accompagnato dal suo manager di allora Guillermo Coppola, atterrò con un elicottero privato direttamente nell’area archeologica di Paestum, un lusso consentito solo a lui, intorno alle ore 14:00. Il fuoriclasse argentino e capitano del Napoli, era nel suo periodo d’oro: dopo aver trascinato l’Argentina sul tetto del mondo a Messico ’86, mettendo a segno il famoso ‘Gol del Secolo’ nei quarti di finale contro l’Inghilterra, condusse gli azzurri al primo storico scudetto. Ad attenderlo a Capaccio Paestum, un’intera troupe televisiva giapponese, giunta dal paese del Sol Levante, apposta per lui, per girare uno spot pubblicitario per una nota marca di fotocopiatrici, la Xerox. Poi, tanti ciak tra tocchi e palleggi, ai piedi del tempio di Nettuno, che pochi fortunati ebbero il privilegio di ammirare. Un’ora di riprese e poi subito via, al centro Paradiso di Soccavo per allenarsi. Ma il vero spot, per tutta Capaccio Paestum, fu lui, Diego Armando Maradona: il mito nella terra del Mito (nella foto di Pietro Sabia).

Nello stesso anno Maradona, accompagnato da Beppe Bruscolotti, bandiera partenopea e originario di Sassano,  fu anche a Sala Consilina per l’inaugurazione di un fan club del Napoli.

Oggi i messaggi sui social si sprecano, c’è chi racconta storie e aneddoti, chi non esita a mostrarsi commosso e in lacrime.

Con la morte di Diego Armando Maradona si chiude un’epoca, ma il suo ricordo resta vivo e certamente, anche negli anni a venire, troveremo sempre in strada un bambino con un pallone tra i piedi che giocando sognerà di ripercorrere le gesta di Diego Armando Maradona.

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