Giornata contro violenza sulle donne: in Cilento e Diano 10 omicidi in 6 anni

Paola Desiderio

Un omicidio ogni tre giorni, 91 nei primi 10 mesi del 2020 in Italia. Nonostante un lieve decremento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (quando furono 99), come indicano i dati del rapporto Eures sul femminicidio in Italia, sono ancora tante, troppe, le donne che hanno perso la vita per mano di uomini, nella maggior parte dei casi compagni e mariti. Delitti che spesso avvengono a pochi chilometri, se non addirittura a pochi metri dalle nostre case, perché spesso la violenza si consuma per mesi e per anni all’interno delle mura domestiche, e la verità viene fuori solo quando è ormai troppo tardi per le vittime.

Oggi è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, un’occasione per ricordare le tante vittime di femminicidio ma che vuole essere anche un’esortazione a denunciare, un incoraggiamento per tutte le donne che, sperando che qualcosa cambi o pensando di fare il bene dei figli, della famiglia, preferiscono subire e tacere.

Rosa, Olena, Maria, Pierangela, Angela, Isabella, Sabina, Antonietta, Violeta, Francesca, sono i nomi di dieci donne uccise soltanto negli ultimi 6 anni e diventate involontariamente note attraverso le cronache dei giornali dopo la loro morte. Vivevano tutte nell’area del Cilento, degli Alburni e del Vallo di Diano, tutte hanno perso la vita per mano di un uomo, alcune di loro per mano di una persona che amavano o che avevano amato.
Come Maria D’Antonio, uccisa il 30 novembre del 2014 a Postiglione dal marito con una coltellata alla gola. In quello stesso giorno a Vibonati morì Pierangela Gareffa: dopo averle inferto una coltellata, il marito non fece nulla per soccorrerla, morì dissanguata.

L’anno successivo, dopo essere stata spinta giù dalle scale di casa a Castellabate dal marito, e dopo ben sette mesi di ricovero in ospedale, morì Angela Della Torre. A Sapri il 29 aprile del 2018 Antonietta Ciancio venne uccisa con un colpo d’arma da fuoco alla testa, anche lei per mano di un uomo. Il 3 novembre a Sala Consilina Violeta Senchiu rimase gravemente ustionata nell’incendio della sua abitazione, appiccato dal compagno, morì in ospedale.

L’ultimo femminicidio nel Cilento risale allo scorso agosto, quando in una casa di accoglienza in cui era ospite a Vallo della Lucania, fu rinvenuto il corpo senza vita di Francesca Galatro. Era stata accoltellata dal compagno.

Donne, nomi, storie che ci ricordano che i maltrattamenti sulle donne, che in molti casi rischiano di giungere a epiloghi senza ritorno, non sono affatto qualcosa di così lontano da noi. Storie che devono essere un monito per chi per paura dei giudizi altrui o pensando che sia la scelta migliore per il bene della famiglia, rinuncia a denunciare e si rassegna a una vita senza libertà, nella paura e, ancora in troppi casi, senza futuro.

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