Cilento: sindaci pronti a non riaprire le scuole

Ernesto Rocco

Sono cinquantamila gli studenti che dovrebbero tornare in classe il prossimo 24 novembre. Dovrebbero. Il condizionale è d’obbligo perché ad oggi il caos regna sovrano in un settore, come quello della scuola, oggetto di dibattiti e polemiche. La Campania è stata la prima a chiudere gli istituti puntando sulla didattica a distanza ed ora, tra quelle che hanno sospeso le lezioni in presenza, la prima a riaprire. Il 24 novembre suonerà la campanella per i bambini della scuola dell’infanzia e della prima elementare, poi toccherà agli altri.

Elemento imprescindibile per la riapertura in sicurezza, però, è uno screening che interesserà personale docente e non docente, studenti e famiglie. Ed è qui il primo intoppo: il 2% degli interessati si è prenotato per essere sottoposto a tampone. Molti non riesco neanche a farlo: numero sempre occupato. E infine c’è un esercito di genitori contrari alla riapertura delle scuole. Ieri le mamme di Buccino avevano inviato una lettera al governatore De Luca sottolineando l’immoralità della riapertura delle scuole.

Insomma in vista del ritorno in aula il clima non è dei migliori. Lo hanno capito anche alcuni sindaci cilentani, pronti a disporre la chiusura delle scuole. Tra questi c’è il primo cittadino di Lustra, Luigi Guerra, che insieme agli amministratori dei comuni vicini non garantirà le lezioni in aula.

“Vista la grave crisi pandemica che si sta abbattendo sul nostro territorio, parlando con dei colleghi sindaci, ho manifestato la volontà di rinviare l’apertura delle scuole”, spiega. L’augurio, però, “è che la decisione sia unanime, perché in questo momento la cosa più giusta da fare è garantire la salute dei nostri cittadini”.

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