Tullia Conte: la taranta diventa femmina

Mariateresa Ametrano

Ad un anno dal suo successo “L’altra taranta – Annabella Rossi e il tarantismo nel Cilento”, l’autrice, regista e performer di origini cilentane Tullia Conte è ritornata con il suo nuovo libro “Diacronia minima del tarantismo”, un testo che racconta la storia completa del tarantismo secondo una rilettura storica dei rituali legati ad esso. La Conte ha posto l’accento su un fenomeno in particolare, ovvero l’estromissione praticamente totale delle donne dalla comunità scientifica che per secoli si sono interessate allo studio di questi eventi, e l’attribuzione del fenomeno al genere femminile come prerogativa congenita e negativa.

Nel corso della presentazione, la Conte ha invitato ad abbandonare questi preconcetti nel rituale della taranta, o comunque legati ad esso, sostenendo la necessità di liberarlo dagli stereotipi.

“La taranta è femmina”. Le donne, nel fenomeno del tarantismo, hanno un ruolo importantissimo e attraverso le testimonianze fornite si configura un orizzonte simbolico vasto e vivace. L’autrice propone un testo scientifico che ha una visione più ampia rispetto al suo precedente lavoro: più poetico, politico e ricco di speranza di rinnovamento sugli studi di genere.
La diretta Facebook è stata realizzata in compagnia di Francesca Grispello, la quale ha arricchito il libro con immagini da lei stessa realizzate, proponendo l’esposizione del corpo – strumento principale dei rituali – e la sua potenzialità su cui poggia il fenomeno della taranta.
“Le immagini selezionate in questo volume nascono da stati d’animo diversi e hanno in comune il bisogno di realizzare una visione”, come ha dichiarato la Grispello.

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