Santa Cecilia: le radici del Monachesimo italo greco

Rossella Tanzola

L’abazia di Santa Cecilia degli Eremiti si trova a Castinatelli, una frazione del comune di Futani, un tempo fulcro intorno al quale si è concentrata la vita di intere famiglie del territorio cilentano.
Il cenobio rappresenta una delle testimonianze più preziose del Monachesimo italo greco ed è stato scelto dai monaci orientali provenienti dalla penisola balcanica per sfuggire alle invasioni degli Avari e degli Slavi. L’abazia di Santa Cecilia è stato luogo adatto non solo alla preghiera, alla meditazione, alla vita comunitaria, ma anche un luogo di mercato grazie al terreno fertile da cui è stato possibile per queste civiltà, ricavare il necessario per vivere. I monaci si sono dedicati alla cura e alla manodopera di terreni incolti, ricoperti di macchie e boschi ma ricchi di sorgenti d’acqua per rendere l’Abazia un luogo economicamente e gerarchicamente indipendente.

Quest’area è oggi visitabile in tutta la sua bellezza e offre la possibilità di trascorrere un momento di pace e tranquillità in un ambiente in cui si intersecano l’aspetto religioso, contemplativo e naturalistico. Il sito su cui è stato eretto il tempio dedicato alla santa rientra nel circuito dei Cammini Bizantini, oggetto di interesse per molti turisti che giunti a destinazione rimangono folgorati alla vista dello stesso, capace di generare l’effetto di trasposizione in un contesto storico significativo povero di materialità ma ricco di valori autentici.

Stiamo parlando di un luogo sacro dal valore inestimabile, circondato da sparsa vegetazione e alberi di ulivi secolari, perfettamente in linea con chi ha voglia di esplorare il Cilento interno, più nascosto, per conoscerne la storia dei popoli che l’hanno preceduto e l’anno scelto come meta per viverci.

I monaci italo greci crearono una vera e propria scuola farmaceutica fruttando le innumerevoli proprietà benefiche delle erbe spontanee. Tra queste l’iperico, una pianta dal colore giallo che veniva raccolta come rimedio ai disturbi gastro – intestinali e per dare sollievo alle ferite che i militari si procuravano camminando a piedi nudi.

Oggi l’abazia si sta trasformando in un luogo in cui investire tanto dal punto di vista culturale e non solo. Si sono svolti concerti di musica classica e lirica, è stato reso totalmente fruibile al pubblico per preservarne la memoria storica e lanciare un messaggio culturale educativo attivo all’intera cittadinanza.

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