Agropoli, paziente covid ricoverata ma mancano i medici: sindacati chiedono chiarezza

Carmela Santi
Ospedale di Agropoli

È affetta da covid, cade in casa, si rompe un polso. La vicenda che vi abbiamo in parte raccontato ieri ha visto protagonista una donna di 63 anni originaria di Caserta ma in isolamento a Santa Maria di Castellabate. Dove va ricoverata? Come va trasferita? Chi le deve prestare assistenza sanitaria? La centrale operativa 118 di Vallo accertato il caso, ha subito inoltrato richieste di ricovero a diverse strutture sanitarie, tutte puntualmente rifiutate. Sembrerebbe che l’unica struttura che avesse dato parere favorevole fosse Benevento.

Alla fine la malcapitata è stata prelevata dalla sua abitazione da un’ambulanza specializzata e trasportata, scortata dai carabinieri della stazione di Santa Maria di Castellabate, presso l’ospedale di Agropoli. Qui si è aperta un’altra situazione particolare perché all’ospedale civile di Agropoli, riaperto da poche settimane, manca il personale ortopedico necessario a prestare assistenza come nel caso della donna con fratturata ad un polso. Così è stato disposto il ricovero della donna ma per poterla accudire sono dovuti intervenire, si disposizione del direttore sanitario Adriano De Vita, dei sanitari, ortopedico ed infermiere, provenienti dall’ospedale “San Luca” di Vallo.

L’ospedale di Agropoli ha la possibilità di eseguire radiografia ed altri esami necessari che poi, qualora manchino gli specialisti, vengono trasmessi al “San Luca” per essere analizzati. In questo caso, però, è stato necessario che dei medici si spostassero dal presidio vallese per accudire la malcapitata ricoverata in isolamento nel nosocomio agropolese. Una situazione che ha sollevato non poche polemiche e punti interrogativi su come e dove vanno assistiti i pazienti affetti da covid che necessitano di assistenza sanitaria per altre patologie. Ovvero se sono organizzati i percorsi per pazienti covid conclamati.

In una nota inviata al Direttore Generale dell’Asl di Salerno Mario Iervolino, Biagio Tomasco segretario provinciale della Nursind chiede di sapere alla luce di quanto accaduto come mai la Centrale operativa territoriale 118 di Vallo della Lucania è sprovvista di protocolli operativi per il trasporto di pazienti covid 19 accertati presso i nosocomi dell’Asl Salerno. Se esistano o no presidi ospedalieri in cui siano stati evidenziati, e quindi posti in essere, percorsi idonei per il trattamento dei pazienti covid 19 accertati, anche in virtù del fatto che i pazienti asintomatici che risultano positivi sia continuamente in rialzo e che gli stessi potrebbero essere oggetto delle più disparate patologie.

Altra questione da chiarire é quella relativa a tutto il personale del servizio territoriale di emergenza urgenza, se sia stato o meno formato e addestrato per gestire in sicurezza i pazienti covid e se abbia tutti i dispositivi di sicurezza previsti dalla norma. Nella nota si chiede inoltre se la classificazione di ospedali covid 19 affibbiata ai presidi ospedalieri di Scafati, Eboli ed Agropoli sia realmente funzionale o se rappresenti solo un’effimera illusione, soprattutto a fronte delle ingenti risorse economiche e di personale investite finora.

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