“Ospedale di Lagonegro allo sbando”, problema anche per Cilento e Diano

Redazione Infocilento

“Lagonegro un’ospedale allo sbando, il presidio ospedaliero ha serie e gravi difficoltà”. A dirlo il senatore del M5S Arnaldo Lomuti che parla di “problemi strutturali (è dal 2000, da vent’anni che non viene fatto nessun intervento, con la giustificazione che l’ospedale doveva essere costruito altrove)”. Il covid, secondo il parlamentare, ha “accentuato le problematiche legati agli spazi ed ambienti, non ci sono percorsi che tutelano un tracciato di entrata e uscita, si sono inventati un’area pre triage prima di entrare in ospedale, nella zona pronto soccorso, non ci sono i presupposti per un ospedale in totale sicurezza”.

“Eppure ci sono i 60 milioni di euro accantonati, del progetto, poi messo in disparte per quello che doveva essere il nuovo ospedale, da quelle somme si potrebbe stornare subito quanto necessario per risolvere i problemi strutturali e dare una risposta urgente ai bisogni del presidio”, ricorda il senatore Lomuti.

Ma c’è anche un altro problema: quello della carenza di personale: “stiamo assistendo ad una continua messa in pensionamento di persone che non vengono sostituite, per cui c’è un organico dell’ortopedia che ormai è ridotto a due sole persone e quindi non si potrà più garantire la reperibilità del personale per le urgenze notturne se non per 15 giorni al mese,
C’è il problema dei chirurghi, uno è in pensione dal 1 maggio, un’altro andrà in pensione a febbraio e non ci sarà più un organico che possa garantire interventi,  il pronto soccorso ha pure difficoltà di personale, ci sono grossi problemi  per riuscire ad organizzare i turni, nonostante stiano utilizzando anche il personale dei reparti – osserva Lomuti – La problematica inerente gli anestesisti è la più pesante, con il lockdown si sono aperte possibilità per molti di questi di tornare nei luoghi di provenienza con concorsi e mobilità e quindi si sono perse delle unità anestesiologiche, questa situazione in questo momento non permette di attivare le sale operatorie, ci sono difficoltà a fare i turni, e facendo turni aggiuntivi si riesce solo a coprire le emergenze e riuscire a tenere aperta la rianimazione.  Le attività operatorie ordinarie, sono totalmente paralizzate, stanno lavorando con 3 anestesisti in pensione, che hanno fatto una convenzione, e grazie ad un 70 enne che va a  lavorare, così si permette all’ospedale di andare avanti ma non si riesce a garantire l’assistenza programmata, ed è stata sospesa tutta l’attività programmata, per queste, le sale operatorie sono e resteranno chiuse e se non si incrementa il personale non apriranno più, infatti si è creato un arretrato spaventoso. Essendoci, di giorno, un solo anestetista in turno, questo viene dedicato alla rianimazione e urgenze e può succedere in caso di due emergenze di dover intervenire su due sale operatorie in contemporanea, ma questa non può essere la norma per garantire i pazienti ed i sanitari. infine c’è il tema delle attrezzature, specie in radiologia, in pronto soccorso mancano alcuni ventilatori, la tac non viene sostituita e la risonanza manca”.

Tutto ciò nonostante l’ospedale di Lagonegro sia un punto di riferimento sanitario interregionale, c’è più utenza extraregionale che regionale, proveniente dalla Calabria del nord ovest, Vallo Di Diano e Basso Cilento, “non solo perchè Polla è dimensionato o per demerito degli altri ospedali, ma anche per la capacità dei medici, ad esempio ci sono dei bravi ortopedici, la cardiologia, o il punto nascita  che è in crescita del 40% e di cui il  75 % proviene da fuori regione, da 470 parti annuali si prevede per fine anno di arrivare a quota 700 un aumento in controtendenza su tutta Italia, grazie all’impegno dei sanitari, l’ospedale si sta caratterizzando molto dal punto di vista materno ed infantile”, sottolinea il senatore Lomuti. 

Di qui l’appello: “Bisogna al più presto assumere, fare concorsi stabilizzare il personale, l’importante è dare alla persone la possibilità di fare un’appendice, una cisti ovarica, una laparoscopia, varici, colicisti, protesi al ginocchio, garantire l’assistenza programmata, non si può pensare di far aspettare 8 mesi per una cisti e semmai dopo scoprire che la cisti ovarica è un tumore”.

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