Daniela d’Agostino “ Dipingo fiori per non farli morire ”, le “ Trasparenze della Natura ”

Redazione Infocilento

Giovedì 30 Luglio, nella Sala mostre della storica Tenuta Vannulo di Capaccio-Paestum, si è inaugurata la personale dell’artista salernitana Daniela d’Agostino, curata da Graziella Salvatore, che ha visto anche la partecipazione del giovane artista Gabin Dante che ha concepito la decorazione delle cornici. Vernissage presentato dal critico d’arte Antonella Nigro che, oltre a ripercorrere il legame simbolico e ancestrale tra i fiori e il mito della Natura: “dalle dee greche Demetra a Persefone alla latina Floris. (…) Un omaggio anche all’antica rosa centifoglia di Paestum che impreziosì profumi e vini alle tavole degli imperatori di Roma.”, rammenta come l’uso dell’acquerello in pittura,quasi scomparso dalle indagini artistiche contemporanee, renda visibile ciò che non lo è, dando vita a qualcosa che va oltre, nascosta dietro la sensazione della bellezza.

Daniela, affascinata sin da bambina dall’espressione serena della Natura, vissuta nelle campagne del salernitano, ci ripropone la fugacità della vita di un fiore, che, dal suo sbocciare al suo sfiorire, coccolato dal caldo luccichio del sole e dalla fresca brezza piovana, assorbe ed emana tutta l’armonia della Madre Terra.

Quale tecnica migliore dell’acquerello per catturare l’attimo in cui il fiore si concede al mondo nella sua delicata e trasparente piacevolezza, una pratica pittorica che, seppur conosciuta e praticata già dal XIV secolo, inizia ad avere una sua pregnanza con Albrecht Durer, esponente fra i più importanti del Rinascimento tedesco e intellettuale fra i più incisivi del panorama europeo, autore di interessanti illustrazioni di fauna naturale ed animale. Connesso all’esecuzione del disegno, più che alla storia della pittura, l’uso dell’acquerello comincia pian piano ad elevarsi come espressione artistica nel XVIII secolo, in Inghilterra si assiste alla nascita del “The golden age of british watercolors ”( il Secolo d’Oro dell’acquerello ), dove, a prendere il posto del ritratto e delle rappresentazioni storiche vi è l’esecuzione del paesaggio, siamo negli anni del “Gran Tour ”, in cui artisti acquarellisti, armati di pennello e taccuino in giro per l’Europa, ripropongono le bellezze dell’antico continente, tra cui il paesaggista William Turner.Una tecnica che trova riscontro nella Francia del XIX secolo, dove, per velocità di esecuzione si presta con facilità al lavoro en plein air, affascinando artisti impressionisti e post impressionisti (Cézanne, Gauguin, Manet, Degas, Morisot, Cassat ), nel XX secolo Paul Klee, diventando un vero e proprio maestro nell’utilizzo dell’acquerello, che da studio preparatorio lo nobilita a tecnica assoluta di realizzazione dell’opera, dà il via al suo personale linguaggio astratto, seguito dai contemporanei Kandinskij e Schiele.

In questa mostra, Daniela D’Agostino, pone lo spettatore dinnanzi all’effimero e fragile incanto della Natura, mediante un attento percorso sensoriale studiato insieme a Graziella Salvatore, nel quale la vista, l’olfatto (una serie di piante aromatiche che lo immergono nei profumi selvatici della vegetazione ), l’udito (un sottofondo musicale che, passando dalle note classiche a quelle contemporanee, lo proiettano in uno scenario danzante, dove il fiore è eletto a protagonista indiscusso ) e il tatto ( le cornici d’autore che come un abito avvolgono ed esaltano il trionfo di colore che dona vita all’immagine floreale ), sono l’essenza primordiale della vita di ogni essere umano. Il fruitore, avvolto da una lieve e soffusa illuminazione, entra in contatto, in modo intimo e riservato, con i virtuosismi che tanto hanno affascinato e continuano a dominare la pittura di Daniela d’Agostino, che da pittrice en plein air è giunta ad uno studio di memoria fotografica, registrando in modo attento e minuzioso, ogni piccolo particolare di ogni singolo fiore, esaltando la loro naturalezza con pennellate fluttuanti e leggiadre, quasi a decantare la loro gracile struttura che, pervasa dalla luce si trasmuta e si plasma con l’ambiente circostante.

Daniela d’Agostino è un’artista che regala al fruitore la possibilità di emozionarsi come un bambino che si affaccia alla vita, nella singolare e vibrante percezione del colore, che, come un sottilissimo filo d’acqua esalta senza mai soffocare, le cristalline sfumature della Natura.

L’esposizione, ad ingresso gratuito, presso la Sala mostre della Tenuta Vannulo a Capaccio-Paestum, è fruibile fino al 2 agosto 2020.

Nunzia Giugliano

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