La riflessione: il vostro Covid, i nostri ragazzi

Redazione Infocilento
Pierluigi Iorio attore

Le vicende di questi giorni nella nostra cittadina, strettamente connesse al “ritorno” di un virus che non è mai andato via, devono farci riflettere su alcuni argomenti che sono alla base della natura umana. Un ragazzo di Agropoli, normalissimo e con la sana voglia di divertirsi e trascorrere del tempo con gli amici, ha contratto qualche giorno fa, presumibilmente durante un viaggio a Capri, il Covid-19 e, al suo ritorno, lo ha trasmesso ad altre persone. A lui, ricoverato presso l’ospedale di Scafati, i miei auguri di una prontissima guarigione. Non mi soffermerò sul perché il virus circolasse a Capri, che ricordo essere un’isola tra le più belle al mondo e meta ambìta per le vacanze, né tantomeno sui motivi che hanno condotto, secondo il mio modesto parere, a un eccessivo allentamento “dei cordoni della borsa” dopo mesi di siparietti e lanciafiamme. Non parlerò di ciò che, al momento, preferisco non conoscere direttamente (i meandri della politica) ma non riesco a tacere di ciò che vedo e di ciò che avverto, da cittadino responsabile.

Mi si è parato subito davanti agli occhi, con la misera “caccia all’uomo” di questi giorni, la mancanza di umanità, di fratellanza e di onestà. Orbene: come fa una comunità a perdere di vista questi valori fondamentali della natura umana? La risposta, che a molti potrà sembrare complessa è in realtà semplice. S’investe pochissimo in Istruzione (l’Italia è ultima in Europa) e poco in Cultura, per la quale spendiamo solo lo 0,31% del PIL (al di sotto della media UE), con il solito enorme divario tra nord e centro-sud. Se aggiungiamo che il poco che si spende in Cultura serve, molto spesso, per organizzare manifestazioni che consentano visibilità e passerelle a taluni, il quadro diventa agghiacciante.

La “politica” a tutti i livelli, dunque, continua a non investire nell’istruzione dei nostri giovani e a non proporre progetti culturali realmente protesi verso la crescita e il benessere dei cittadini; continua ad alimentare il “mors tua, vita mea” e a perorare cause in memoria di “Cicero pro domo sua”. Finché ciò accadrà saremo inesorabilmente proiettati verso il baratro che, da culturale e sociale diverrà, molto presto, anche economico. Citando Umberto Eco che prova a spiegare la “società liquida” di Zygmunt Bauman, con la profonda crisi del concetto di comunità non troviamo più “compagni di strada” ma “antagonisti” da cui guardarci. Senza punti di riferimento gli uomini tendono ad apparire a tutti i costi; l’apparire e il consumismo diventano essi stessi valori e l’egoismo diventa il primo valore di riferimento. Un siffatto scenario politico e sociale fa si che, seppur in emergenza sanitaria (che in Italia verrà probabilmente prorogata fino al 31 ottobre), alcuni continuino ad assumere atteggiamenti che sono lontani dalle regole più elementari che appartengono al concetto di “comunità”.

E dunque, tornando alle vicende di questi giorni, i nostri ragazzi non hanno nessuna colpa se vogliono divertirsi o se trascorrono del tempo con gli amici in locali alla moda. Al contempo, hanno invece colpa se non rispettano le regole imposte dai protocolli sanitari; se non indossano la mascherina in locali al chiuso; se non osservano basilari regole igieniche in questo nuovo mondo “globalizzato”. Si chiama “educazione civica”, qualche anno fa una materia scolastica a tutti gli effetti, oggi una chiacchierata (se tutto va bene) durante le ore di Storia e Geografia. In conclusione, credo che investire in Istruzione e Cultura sia l’unica possibilità di sviluppo e crescita realmente sostenibile per evitare di cadere in un baratro sociale ed economico e per farci trovare culturalmente pronti per le sfide che il nuovo “mondo liquido” continuerà a imporci.

Pierluigi Iorio

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