La Sanità è a rischio nel Cilento e Vallo di Diano. Pierro (Lega): “I soliti inutili proclami ed a pagare è sempre la città”

Comunicato Stampa

Gli ospedali della zona a sud di Salerno sono sguarniti di medici e infermieri e non garantiscono più l’assistenza delle 24 Ore dalla cardiologia- emodinamica, neurochirurgia, chirurgia vascolare, gastroenterologia. “Si apre frettolosamente l’ospedale di Agropoli senza aver attivato quanto prescrive il decreto 70 del 2015”. In pratica, niente cardiologi, niente anestesisti rianimatori, nulla che possa far presagire la riapertura in tutta sicurezza. “La maggior parte vengono chiamati da altri ospedali dell’azienda – commenta Attilio Pierro – ,dove già svolgono un orario di servizio al di fuori di ogni regola con ripercussioni sulla salute loro e degli assistiti. La coperta del resto è troppo corta, se la tiri da un lato, l’altro lato resta sguarnito”.

Organizzazione, nuove assunzioni, nuovo concorsi. “Tanto ci sarebbe da fare e da costruire – incalza Pierro- se invece di fare le solite sceneggiate social si attivassero per la salute dei cittadini. Agropoli rimane un ospedale a rischio, Vallo della Lucania è in piena decadenza, Polla ridotto quasi ad un ambulatorio, Sapri è ai minimi termini. Tutto questo dopo aver impegnato risorse enormi per adeguare il presidio di Agropoli ad ospedale covid-19”.

A rincarare la dose ci pensa il consigliere comunale Gisella Botticchio:”Ieri si è consumato l’ennesimo atto scellerato di una classe politica ormai conosciuta, dilettanti allo sbaraglio. La struttura del nostro ex ospedale è diventato uno strumento per propaganda elettorale, dal 2015 a oggi sono già tre volte che viene annunciata la riapertura tra tagli di nastri e cerimonie varie. Sono stati spesi quasi 2 milioni di euro e quale è il risultato? Oggi la città di Agropoli non ha l’ospedale tanto sperato, i codici rossi dovranno essere trasportati altrove. Quindi non abbiamo e non avremo una struttura salvavita, ma solo l’ennesima campagna elettorale”.

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