L’estate addosso! Ecco come proteggere la pelle dal sole

Redazione Infocilento
Mare

Il sole non è un nemico da temere, ma un alleato indispensabile per la nostra salute. Resta però necessario proteggere la pelle dai danni cellulari che i suoi raggi provocano. Il pericolo non è soltanto il fastidio immediato di eritemi e scottature (dovuto agli UVB) ma soprattutto il danno a lungo termine (dovuto agli UVA)che i raggi solari esercitano sulla cute.  Per prevenire non solo arrossamenti, ma anche stress ossidativo, iperpigmentazione e invecchiamento cutaneo è necessario usare la protezione solare.

Come scegliere una crema solare?

Le creme solari le usiamo quasi tutti ma in realtà ne sappiamo davvero poco. Talvolta l’etichetta delle creme solari è in un linguaggio non comprensibile ai più. Molte persone non riescono a capire bene le indicazioni scritte e, di conseguenza, spesso si soffermano soltanto sull’indicazione dell’ SPF.

Secondo un sondaggio della Royal Pharmaceutical Society solo 8 persone su 100 sanno che il valore SPF si riferisce solo alla protezione nei confronti dei raggi ultravioletti di tipo B (UVB) e nulla ha a che fare con la protezione nei confronti dei raggi di tipo A (UVA). Un intervistato su 4 non sa nemmeno cosa sia un SPF.

Facciamo chiarezza :

SPF é il fattore di protezione solare. L’SPF non è pensato per definire la durata dell’esposizione. È invece un numero che indica la capacità della crema di filtrare i raggi UVB.  Per esempio una crema con SPF 6 lascia passare 1/6 dei raggi UVB, circa il 17% (l’83% dei raggi UVB sarà fermato dalla crema). Un SPF 30 ne lascerà passare 1/30 (cioè ne bloccherà il 97%). Pertanto ad un SPF più alto corrisponde una maggiore protezione. La differenza non è però così rilevante come si sarebbe portati a pensare. Quindi non ci sarà una sostanziale differenza tra una crema SPF 50 (98%) e un SPF 110 che blocca il 99,1% degli UVB. In Europa non è possibile utilizzare la dicitura ‘Schermo totale’ perché non è possibile schermare totalmente la pelle dai raggi UVB e UVA.

SPFRiduzione delle radiazioni eritematogene
683%
1090%
2095%
5098%
10099%
11099,1%

L’SPF viene determinato in un test di laboratorio condotto applicando quantità di prodotto pari a 2 mg per centimetro quadrato di pelle. Ciò significa che per cospargere tutto il corpo occorrono mediamente circa 35 ml di prodotto. I dati di letteratura dicono che generalmente viene utilizzata la metà, un terzo o anche meno della quantità del prodotto solare che andrebbe applicata per ottenere una protezione coerente con l’SPF dichiarato.

Per una pelle con problematiche di tollerabilità, con capillari in superficie, macchie di pigmentazione, nei, herpes labiale, acne, cicatrici o per il fototipo con carnagione chiara o per un’ esposizione intensa ci vorrà una protezione molto alta o alta (SPF 50+/50/30), per il fototipo con carnagione leggermente scura ed esposizione non eccessiva ci vorrà una protezione media (SPF 20/15).

L’abbronzatura della pelle costituisce un sistema naturale di protezione, ma non assoluta. Permette una permanenza al sole per un tempo maggiore ma non protegge dai danni di tipo genetico, quindi anche per i casi in cui la pelle è già abbronzata o per il fototipo con carnagione molto scura sceglieremo una protezione bassa (SPF 10) . Bisogna comunque ricordare che i prodotti di protezione solare non impediscono alla pelle di abbronzarsi, poiché il processo di melanogenesi si attiva comunque già dalla prima esposizione solare anzi, grazie ad essi, ci si abbronza gradualmente, in modo più duraturo, intenso ed uniforme. Quindi una crema solare rallenta il meccanismo ma i raggi che riescono a passare stimolano ugualmente la produzione di melanina. L’arrossamento intenso della pelle invece indica che c’è un’infiammazione, ovvero che si è oltrepassato il limite di esposizione al sole, soprattutto se questa è avvenuta senza protezione o insufficiente quantità.

Per difendere la pelle sia dai raggi UVB che UVA bisogna cercare una protezione solare che possa fornire protezione UV ad ampio spettro. Ciò è riportato in etichetta con un pittogramma costituito da un cerchio con all’interno la scritta UVA. Secondo le ultime raccomandazioni della Commissione Europea, un solare con questa indicazione ha la protezione UVA che corrisponde ad 1/3 della protezione UVB dichiarata. L’utilizzo di creme protettive ad ampio spettro assicura un’ azione protettiva nei confronti degli UVA responsabili di danni acuti legati alla fotosensibilizzazione e cronici come il fotoinvecchiamento.

I termini ‘resistente all’acqua” e ‘resistente al sudore’ indicano se l’efficacia dell’SPF è superiore al 50% dopo due bagni di 20 minuti. In generale dobbiamo ricordare che qualsiasi protezione deve essere regolarmente stesa ogni 2 ore e dopo un bagno prolungato.

Posso usare il solare dello scorso anno?

Le creme solari, una volta aperte, durano solitamente 12 mesi dalla data di apertura. Per essere sicuri di essere protetti bisogna leggere il PAO (Period After Opening), ovvero quell’indicazione di un numero seguito da una M (mesi) generalmente riportata all’interno dell’immagine di un vasetto.

Il PAO indica il tempo, in mesi, in cui il prodotto mantiene le sue caratteristiche peculiari una volta aperto.

Il PAO è obbligatorio per i prodotti di durata superiore ai 30 mesi.

Per i prodotti di minore durata si impiega il simbolo della clessidra, seguita dal mese e dall’anno o dalla dicitura ‘Usare preferibilmente entro’. Quindi in tal caso scadrà nella data indicata, anche se il prodotto non è stato aperto.

È buona regola non riutilizzare gli avanzi dei prodotti solari dell’anno precedente perché possono aver ridotto notevolmente le capacità protettive se non stati ben conservati.

Dott.ssa Giulia Di Lione, laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, Facoltà di Farmacia dell’Università degli Studi di Salerno e abilitata alla professione di farmacista.

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