Agropoli: incuria in centro. “Da anni non si vedeva una città così”

Ernesto Rocco
Agropoli centro

AGROPOLI. Pubblicizzare quotidianamente il taglio dell’erba come fosse un’opera faraonica sembra essere l’ultimo inefficace tentativo dell’amministrazione comunale agropolese di recuperare popolarità. O forse l’unica attività da pubblicizzare di un esecutivo apparentemente immobile e distante dai cittadini che lavora tra le stanze di palazzo di città senza rispondendo più alle esigenze dei singoli che di una comunità che in questa fase chiede soltanto interventi basilari quali decoro, pulizia e manutenzione. In realtà il sindaco Coppola lavora anche per altro, ma preferisce tenere tutto per sé. Ciò che fa non lo comunica o lo comunica male.

Il risultato è che in città sono tornati unanimi malumori che non emergevano dai tempi in cui le amministrazioni cambiavano a cadenza biennale. Una crisi della maggioranza, oltre a non essere auspicabile, è di fatto impensabile considerato che molti consiglieri comunali non hanno alcun interesse a tornare al voto e se per la comunità nulla fanno, per sé e per il proprio limitato elettorato le proposte non mancano.

Ne consegue che Agropoli sembra aver fatto un salto indietro di oltre un decennio e con l’inizio dell’estate si presenta ai visitatori nell’incuria e nel degrado. Il centro cittadino è la cartina di tornasole: da settimane ci si lamenta della sporcizia e della poca cura del decoro senza che nessuno intervenga. Situazione addirittura peggiore in piazzetta della Mercanzie. “Erano anni che Agropoli non era così – dice un cittadino – eppure non si stanno chiedendo grandi opere, solo manutenzione e decoro”.

Non va meglio nel centro storico dove ieri, tra i presenti, è spuntato un ratto che si è concesso una passeggiata sulla ringhiera del belvedere prima di gettarsi tra la vegetazione. Non certo un bello spettacolo, ma chi si è affacciato per provare a vedere dove fosse finito l’animale si è imbattuto in un’immagine ancor più brutta del topo: una montagna di alghe che continua a crescere e a deturpare la rupe su cui si erge il borgo antico.

Eppure pochi mesi fa Coppola annunciava in uno dei suoi video-documentari di avere la soluzione per la rimozione della posidonia spiaggiata. Il coronavirus ha rappresentato un alibi perfetto per prendersi un altro anno di tempo per risolvere il problema. Intanto la spiaggia della Marina è off limits e del resto non è l’unica. Perché se il turismo rappresentava uno strumento per rilanciare la città, negli ultimi anni il settore è stato completamente dimenticato. Le spiagge che dovevano essere il fiore all’occhiello sono state deturpate, trasformate in microdiscariche di alghe.

La Marina, il Lido Azzurro ed ora anche la suggestiva baia Trentova si trovano in condizioni imbarazzanti. Una situazione che non piace ai cittadini, che protestano, si lamentano, criticano o restano in silenzio rassegnati.

Un sentimento, questo, creato anche dall’assenza di alternative valide. Il consigliere comunale Agostino Abate sembra destarsi solo quando l’argomento è il Puc o altre questioni tecniche che poco interessano ai cittadini; Mario Pesca, appena entrato in consiglio, flirta con la maggioranza; Gisella Botticchio urla e scalpita fin ora inefficacemente. E in questo clima non sembra capace di acquisire credibilità neanche la minoranza extra-consiliare, più brava nelle parole che nei fatti.

A pagare lo scotto di questa situazione è la città di Agropoli e con essa gli agropolesi.

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