Campi devastati dai cinghiali: agricoltori del Cilento in ginocchio

Luisa Monaco

ROCCAGLORIOSA. “Alla fine passa per cattivo chi ha sopportato tanto e ha finito la pazienza. Qualcuno pensava di poter lavorare…. ma e meglio pensare seriamente di abbandonare tutto”.
E’ questo lo sfogo di Francescantonio Cavalieri, imprenditore agricolo di Roccagloriosa. La sua azienda rappresenta una delle eccellenze del Cilento. Fin dagli anni ’80 è radicata sul territorio, dapprima grazie all’apicoltura e più di recente anche con la coltivazione di cereali e legumi. Un lavoro complesso e certosino per produrre prodotti di qualità ma che di fatto si scontra con le difficoltà di un territorio che ancora oggi presenta troppi ostacoli.

L’allarme cinghiali: ancora danni nei campi

Tra le criticità che maggiormente colpiscono il settore agricolo continua a segnalarsi la presenza di cinghiali. Nella giornata di ieri proprio Francescantonio Cavalieri ha denunciato ancora una volta danni alle coltivazioni determinate dalla presenza degli ungulati. Episodi, questi, che gettano nello sconforto quanti lavorano con passione e sacrificio.

Il grido d’allarme di Francescantonio Cavalieri è soltanto l’ultimo di una serie di disperati appelli provenienti dal territorio.

A Torchiara un imprenditore agricolo si è visto detestavo il terreno e distrutti dei muri a secco da parte dei cinghiali che se prima apparivano in orario serale oggi sono ben visibili nelle campagne anche in pieno giorno e per i contadini è serio il rischio di trovarseli all’improvviso di fronte mentre sono occupati nella cura dei campi. Sono storie che non hanno confini e che interessano l’intero comprensorio cilentano.

Le iniziative del Parco

Il Parco, dal canto suo, continua le iniziative per tentare di limitare la presenza di cinghiali sul territorio e a tal proposito, tra le proposte per fronteggiare l’emergenza covid, l’Ente ha destinato anche fondi per l’emergenza cinghiali attraverso contributi per la realizzazione di recinzioni elettrificate per la tutela dei campi coltivati; nella stessa delibera, inoltre, ha previsto l’aumento del numero dei selecontrollori.

Servirà? In molti sono perplessi considerato che tutte le iniziative, fino ad oggi, non hanno portato agli effetti sperati.

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