Da lunedì riprendono le messe. Sospese feste e processioni

Redazione Infocilento

“Dal 18 maggio si riprendono le celebrazioni con il popolo. Come recita il Protocollo, la ripresa delle celebrazioni liturgiche sia “graduale”, secondo le disponibilità e tenendo conto delle eventuali difficoltà a “ripartire”. Raccomandiamo soprattutto molta prudenza e buon senso, in quanto il rischio dei contagi è ancora presente. Il Protocollo considera l’ipotesi di incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche: noi vescovi diciamo no ad una “proliferazione” del numero delle celebrazioni, sia per ragioni di
natura liturgica, sia per evitare una sorta di “meccanicizzazione”, sia per oggettive difficoltà pratiche (igienizzazione dopo ogni messa e un tempo per l’areazione degli ambienti)”. E’ quanto si legge in una nota della Conferenza Episcopale Campana.

Diverse le raccomandazioni fatte ai vescovi: “Si prenda in considerazione la possibilità di celebrazioni all’aperto, assicurandone la dignità e il rispetto della normativa sanitaria, o anche l’ipotesi di utilizzare un’area interna o esterna alla chiesa che si può collegare via streaming con l’aula liturgica.
Si faccia un uso limitato di trasmissioni delle celebrazioni in modalità streaming per non disperdere ulteriormente la partecipazione comunitaria: ci sta a cuore il senso della comunità, reale e non virtuale. In tali celebrazioni si rispettino lo spirito e le norme della liturgia”.

La celebrazione del sacramento della Confermazione e la celebrazione delle “Prime Comunioni” sono rinviate fino a nuove disposizioni.
Per la celebrazione di Battesimo, Penitenza, Matrimonio, Unzione degli Infermi ed Esequie sarà possibile seguire le disposizioni già vigenti.

I vescovi hanno disposto “che Processioni e feste patronali, peraltro già non consentite dalle attuali prescrizioni del Governo, siano sospese fino a nuove disposizioni. Rientrano in tale provvedimento anche quelle manifestazioni che prevedano, pur senza il concorso di popolo, il portare la statua del santo per le strade. Il divieto delle feste patronali è motivato anche dalla drammatica crisi sociale seguita all’emergenza sanitaria: non sarebbe tollerabile assistere a feste utilizzando le offerte della gente mentre aumentano i poveri”.

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