Bandiere Blu: record per il Cilento ma anche polemiche

Ernesto Rocco
Bandiera Blu

Con 19 Bandiere Blu la Campania è ancora una volta sul podio delle località con il maggior numero di riconoscimenti assegnati per qualità del mare e dei servizi. Bene la Provincia di Salerno. La costa tra Positano e Sapri, infatti, si conferma tra le prime in Italia per numero di riconoscimenti assegnati dalla Fee, ben 14. Ieri mattina, in videoconferenza sono state ufficializzate le spiagge Bandiera Blu, assegnate a 195 comuni italiani, 12 in più rispetto al 2019. Tra le new entry c’è anche Vico Equense che affianca Anacapri, Massa Lubrense, Piano di Sorrento e Sorrento per l’area napoletano. Ma sono le conferme del mare salernitano che permettono alla Campania di confermare il suo record: qui si trovano ben quattordici località Bandiera Blu.

Bandiere Blu, il record del Cilento

L’oscar del mare per l’area nord va a Positano (con le spiagge di Arienzo, Forniello e Spiaggia Grande), tutti gli altri riconoscimenti, ben tredici, sono nel Cilento: Capaccio Paestum (Varolato, Laura, Casina d’Amato, Licinella, Torre di Paestum, Foce Acqua dei Ranci), Agropoli (Torre San Marco, Lungomare, Porto, Trentova), Castellabate (Lago, Tresino, Marina Piccola, Pozzillo, San Marco, Punta Inferno, Baia Ogliastro), Montecorice (San Nicola, Baia Arena, Spiaggia Agnone, Spiaggia Capitello), San Mauro Cilento (Mezzatorre), Pollica (Acciaroli e Pioppi), Casal Velino (Lungomare, Isola, Dominella, Torre), Ascea (Piana di Velia, Torre del Telegrafo, Marina di Ascea), Pisciotta (Ficaiola, Torraca, Gabella, Pietracciaio, Fosso della Marina, Marina di Acquabianca), Centola Palinuro (Marinella, Le Saline, Le Dune, Porto), Vibonati (Torre Villammare, Santa Maria Le Piane, Oliveto), Sapri (Cammarelle e San Giorgio) e Ispani (Ortoconte e Capitello).

Per gli amministratori cilentani la Bandiera Blu è un riconoscmento importante ma anche un punto di partenza nell’ambito di questa emergenza.

I requisiti per la Bandiera Blu

La Bandiera Blu viene attribuita per la qualità del mare e dei servizi, ma anche per altri parametri. Tra gli altri indicatori necessari ci sono una corretta gestione del territorio che comprende raccolta differenziata e riduzione dei rifiuti, cura dell’arredo urbano e delle spiagge, accesso al mare per tutti, senza barriere architettoniche e limitazioni.

Bandiere Blu e polemiche

Eppure le modalità scelte dalla Fee (Fondazione per l’educazione ambientale), l’organo che si occupa del controllo delle candidature e della successiva consegna dei riconoscimenti, lasciano molte perplessità. Basti pensare che il Codacons in passato ha presentato una istanza di accesso alla stessa Fee Italia.

L’associazione dei consumatori aveva chiesto a Fee Italia di «documentare e rendere pubbliche tutte le verifiche eseguite per accertare la qualità delle acque ed i prelievi e le analisi effettuate per ognuna delle 368 spiagge “più belle d’Italia”». In alcune località Bandiera Blu emergono critiche per la qualità del mare, la raccolta differenziata non è al top ed emergono anche ulteriori criticità.

Il Codacons non è stata l’unica associazione ad evidenziare il problema. Discordanze emergono anche con i dati di Goletta Verde che evidenzia problemi nella qualità delle acque laddove la Fee accerta l’eccellenza. Sebastiano Venneri di Legambiente, definì così le Bandiere Blu: «È come se entrassimo in un ristorante e valutassimo solo la qualità del servizio, le tovaglie e le posate, ma senza valutare la qualità del cibo». E in questo caso il cibo è il mare. Per assegnare le bandiere blu e valutare la qualità delle acque di balneazione, si usano le analisi delle acque del ministero della Salute, fatte dalle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente. «Un parametro», disse Venneri, «che non dice nulla sulla qualità ambientale del mare. Non vuol dire che sia rispettata la qualità ambientale solo perché il mare rientra negli standard sanitari».

I paradossi del Cilento

I paradossi non mancano anche nel Cilento: basti pensare che a Capaccio Paestum sono gli stessi cittadini a manifestare perplessità. La città dei templi ottiene la Bandiera Blu nonostante più volte siano stati segnalati scarichi in mare. La scorsa estate alcuni bagnanti segnalarono anche problemi alla salute dopo essersi immersi nelle acque insignite del vessillo Fee. Ad Agropoli, invece, ottiene l’importante riconoscimento la spiaggia del porto, da anni interdetta alla balneazione e divenuta una discarica di posidonia spiaggiata. Inoltre due perle che ottengono da anni le Vele Legambiente, Marina di Camerota e Scario, non hanno i requisiti per ottenere la Bandiera Blu.

Insomma il vessillo Fee è una consuetudine per i comuni costieri che si sono garantiti un riconoscimento che rappresenta un ottimo strumento di marketing e promozione turistica. Sulla reale qualità del mare e dei servizi, però, c’è chi esprime perplessità.

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