Salernitana Femminile: intervista doppia alle calcettiste Lisanti e Di Bello

Christian Vitale
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La Salernitana Femminile gioca nel torneo nazionale di Serie A2 di calcio a 5 da, ormai, sei stagioni di fila. Il club, caro al presidente Domenico Pizzicara, dopo un difficile avvio di campionato ha trovato la retta via. Il team granata, guidato dal tecnico Antonio Pannullo, a sei turni dalla fine stazionava, infatti, in piena zona salvezza. Abbiamo raggiunto, per una breve chiacchierata sull’ultima stagione, Alessandra Lisanti, pivot salernitana, e Raffaella Di Bello, cilentana e capitano delle granata. Le calcettiste sono due pedine importanti nello scacchiere del quintetto caro al direttore sportivo Francesca De Sanctis.

Salernitana femminile, parola alle calcettiste Lisanti e Di Bello

Quest’anno in casa Salernitana Femminile squadra completamente rinnovata. Come è stato l’inizio di stagione?

DI BELLO: “Tutte le novità in genera fanno sempre un po’ paura. Ma l’aria nuova fa sempre bene a mio avviso, Più adrenalina e voglia di far bene e superare se stessi. Quindi ad oggi possiamo dire che l’inizio stagione è stata una bella novità“.

LISANTI:Aver iniziato la stagione con una squadra rinnovata è stata una decisione, mirata, del nostro presidente e del mister. A me sembra, col senno di poi, una sfida completamente vinta. E’ stato creato il giusto compromesso tra valori in campo: esperienza e brio, condite da serietà ed umiltà”.

Con il passare delle gare la Salernitana Femminile si è pian piano ripresa. A chi dai il merito più grande?

DI BELLO:Più che utilizzare la parola ripresa direi che le prime partite sono state un rodaggio per il nostro gruppo. I meriti vanno dati a tutti. Siamo una squadra, quindi se il gruppo funziona bene vuol dire che tutti hanno fatto bene dal magazziniere al mister. Il merito più grande va a tutti colori che hanno continuato a credere in queste ragazze“.

LISANTI: “Il merito lo attribuirei, di sicuro, al mister Pannullo in primo luogo. Prezioso si è rivelato, infatti, la sua metodologia di lavoro. Sicuramente anche il gruppo ci ha messo del suo, visto che con molta volontà ha lavorato, seguendolo, e divertendosi”.

Quale avversaria ti ha sorpreso maggiormente in questo campionato? Come valuti nel complesso il livello del girone D di A2? 

DI BELLO:La squadra che mi ha sorpreso è il Venus Lauria. Una squadra giovane, con qualche innesto di esperienza che ha dato i suoi frutti! Il livello della A2 ? Di sicuro tra le prime della classe e le altre il divario era evidente”.

LISANTI: “Mi ha sorpreso, indubbiamente, la tenacia a non mollare che ha accomunato tutte le squadre del girone D di Serie A2. Ciascuna, a suo modo, con peculiarità individuali o di organico si è contraddistinta. Il livello generale lo avrei valutato con piacere al nastro di arrivo” .

Quale momento di questa stagione rimarrà nella tua memoria e quale partita vorresti rigiocare?

DI BELLO:Ultima partita del girone di andata contro il Rionero. Un calore da parte dei tifosi granata immenso nel Palacilento! Quale vorrei rigiocare? La prima partita di Coppa contro l’Irpinia”.

LISANTI:Il momento che ho impresso nella mente è un abbraccio collettivo dopo la partita ribaltata col Sarno, dopo un gol allo scadere. Da brividi. Certamente, vorrei rigiocare la partita con la prima della classe, il Fasano. Una grandissima soddisfazione andare in vantaggio, un sogno batterla”.

Dopo questo lungo periodo di stop quanto ti manca il campo? Quanta voglia hai di ripartire?

DI BELLO: “Mi manca tutto. Anche le sgridate del mister! I capricci delle ragazze, i musi lunghi, le risate. Manca un po’ tutto, ma ho la consapevolezza che dobbiamo ripartire solo quando sarà messo il tutto in sicurezza per la nostra salute. Ora bisogna programmare in modo più attento il futuro e usare le risorse con parsimonia”.

LISANTI:Inutile dire che manca enormemente il nostro parquet. Stiamo cercando di allenarci individualmente, ognuna nelle rispettive case. Non è ancora abbastanza, ma è un buon punto di inizio per ripartire. Attendiamo con ansia di poter tornare a correre dietro un pallone e ad abbracciarci di nuovo dopo un gol, magari di fronte al nostro pubblico strepitoso”.

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