Ecco perché non riapre l’ospedale di Agropoli

Ernesto Rocco

AGROPOLI. Un mese di lavori, una data di apertura annunciata dall’amministrazione comunale ma slittata più volte. Oggi l’ospedale civile di Agropoli, riconvertito un Covid Hospital, in questa sua nuova veste, resta chiuso. Si è detto che i lavori erano incompleti, che mancava il personale o che non vi era la volontà politica di riaprirlo. Notizie vere, ma solo in parte. Allora facciamo chiarezza.

Ospedale di Agropoli: cosa è stato fatto

L’ospedale di Agropoli è stato completato. Ha un reparto Covid dotato di tutte le attrezzature necessarie, ma non solo. In queste settimane, infatti, sono stati conclusi anche altri lavori, come ad esempio quelli relativi alle sale operatorie. Per tutti gli interventi strutturali e di acquisto delle attrezzature, sono stati spesi oltre 1,5 milioni di euro (sfruttando fondi dell’emergenza).

Quali sono i problemi?

Allora qual è il problema? Mancano farmaci, dispositivi medici e il personale è incompleto. In particolare c’è carenza di anestesisti e l’azienda sanitaria sembra non voler attingere dall’elenco dei medici di prima nomina vista l’emergenza che sarebbero chiamati ad affrontare. Ma al di là di questi problemi c’è un dato di fatto: mancano i pazienti.

Impraticabile la proposta del sindaco Adamo Coppola di trasferire quelli affetti da coronavirus ricoverati a Vallo della Lucania. Al momento, infatti, sono soltanto tre e tutti sulla via della guarigione. A Scafati, altro ospedale Covid, nessun è ricoverato in terapia intensiva. Dunque ad oggi Agropoli come ospedale attrezzato per l’emergenza coronavirus è praticamente inutile.

Cosa accadrà in futuro?

E per il futuro? Cosa potrebbe accadere? Questo è un altro dilemma. Al momento non si hanno notizie su come evolverà l’emergenza. Gli esperti parlano di una seconda ondata di contagi ad ottobre e ciò lascia l’ospedale nel limbo: Agropoli al momento non ha pazienti per funzionare come ospedale Covid, ma non può neanche essere smantellato e attrezzato diversamente in quanto non si sa se l’emergenza tornerà. Anche la necessità di avere un presidio funzionante in vista dell’estate appare sopravvalutata. Di fatto quest’anno il turismo sarà molto limitato, dunque non dovrebbero esserci notevoli esigenze.

Le parole del consigliere Franco Picarone ad InfoCilento

Intervistato dalla redazione di InfoCilento il consigliere regionale Franco Picarone ha messo in evidenza proprio questo stato di incertezza che c’è in tutta la Regione, determinato dall’impossibilità di prevedere come evolverà l’emergenza Covid. «C’è una complessità organizzativa – ha esordito – siamo riusciti, anche con collaborazione cittadini, a contenere l’emergenza ed oggi la Regione è al sicuro anche se dovesse arrivare una seconda ondata di contagi poiché abbiamo le strutture per affrontarla».

Su Agropoli Picarone è chiaro: «C’è un impegno a rendere funzionante l’ospedale di Agropoli, abbiamo dato un segnale forte investendo in questa struttura quando sono arrivate sollecitazioni da tutto il Cilento, ma ora dobbiamo riflettere». Da questo punto di vista il consigliere regionale, presidente della commissione bilancio, è netto nelle sue dichiarazioni: «Abbiamo un ospedale Covid e non avrebbe senso convertirlo con la pandemia ancora in atto. La crisi è in una fase di gestazione, dobbiamo avere strutture pronte, anche perché intanto dobbiamo riprendere le attività ordinarie che erano rimaste ferme». Solo una volta cessata l’emergenza sarà possibile comprendere cosa fare, partendo da un assunto: «L’ospedale non sarà chiuso, ma bisognerà agire con raziocinio, ascoltando chi fa sanità e secondo una visione complessiva». Picarone comprende il malcontento dei cittadini, su cui sono state create troppe aspettative, ma precisa che ora c’è la necessità di riflettere sul futuro con grande attenzione, anche perché le risorse scarseggiano in tutta Italia e vanno gestite oculatamente.

Di fatto le parole del consigliere regionale rispecchiano quanto già detto alcuni giorni fa dal sindaco di Capaccio Paestum Franco Alfieri. Quest’ultimo, intervenuto sul nosocomio, aveva velatamente fatto comprendere che non necessariamente il presidio agropolese sarebbe servito per l’emergenza covid, ma che in ogni caso avrebbe avuto un importante ruolo in futuro.

Cosa aspettarci per l’ospedale di Agropoli?

Insomma l’ospedale di Agropoli per ora resterà a disposizione per una eventuale seconda ondata di contagi. L’unica possibilità che ha di aprire è legata proprio a questa ipotesi che però nessuna si auspica. In alternativa (ma questo lo potrà decidere la politica) si potrebbe tentare una via intermedia: non smantellare il Covid Hospital e rendere funzionali i reparti che possano essere compatibili con l’attuale allestimento, come malattie infettive e pneumologia. Da parte di qualche politico ci sarebbe l’intenzione di privare il “San Luca” di queste specializzazioni e di portarle ad Agropoli e questo spiegherebbe il malcontento che si registra dalle parti di Vallo della Lucania.

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