Tutti per uno, ognuno per sé

Roberto Scola

L’Unità d’Italia è stata fatta tardi rispetto alla creazione degli altri Stati Nazionali come la Francia o l’Inghilterra. Prima del 1861,nel nostro bel paese ,circolavano 14 tipi di moneta con una differenza economica, amministrativa e sociale abissale .A 160 anni dall’Unità d’Italia,  queste differenze si sono ridotte? Ma soprattutto come possiamo pensare di battere i pugni sul tavolo in Europa, quanto i primi ad essere divisi siamo stesso noi? Mi circolano in mente queste due domande, analizzando il mondo capovolto dal virus. Il Nord sempre prodigo, il Sud che arranca a rimorchio di quella economia. Questo è quello che ci hanno da sempre raccontato. Una Storia che a furia di sentirla ,è diventata un mantra . La Riforma del Titolo Quinto della Costituzione nel 2001 ha fatto il resto, aumentando le divisioni si sono ancora di più acuite le differenze. Così ne esce un quadro sconcertante, un rompete le righe di fine corsa. Tutti per uno e ognuno per se. Il fai da te delle Regioni. Venti Presidenti, ognuno in cerca di popolarità. .Qualcuno in cerca di (Ri)elezione perché tra pochi mesi si tornerà a votare in molte Regioni.

Così in Sicilia corse consentite vicino casa ,in Veneto consentiti picnic il 25 aprile e Primo Maggio, in Campania chiuso tutto o quasi, in Puglia consentito passare da un comune all’altro per chi ha l’orto. C’è poi il caso bizzarro di Piemonte e Lombardia di voler aprire tutto il 4 maggio ,quando non si è consentito pochi giorni or sono di aprire in quelle Regioni le librerie.       A nulla valgono gli appelli del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ,uomo schivo e riservato, ma che sono sicuro abbia un ruolo importante in questo momento. Con la divisione non si va da nessuna parte. C’è poi un gioco doppio sia nella maggioranza che nell’opposizione. Movimento Cinque Stelle contro il PD, Il PD contro i Cinque Stelle, Berlusconi trova sponda nel PD, Meloni e Salvini che solo in apparenza sembrano marciare insieme, in realtà ognuno vuole semplicemente allargare le fila del proprio elettorato. La politica-diceva il grande Indro Montanelli-è l’arte di impedire agli avversari di fare la loro. E’ proprio vero .

Ieri sera seguivo  :  “Non è l’Arena” la trasmissione di Giletti su LA7.Inguardabile. Un Salvini che ancora tesseva le lodi delle Regioni del Nord ,in special modo la Lombardia, dopo tutto quello che è stato combinato dai suoi sottoposti :Fontana e Gallera. Non voleva il nostro buon tempone, con la maglietta felpata ,che si parlasse di inchieste della magistratura quando ancora si contano i morti? E perché mai? Un reato va perseguito quando qualcuno lo commette, non dopo qualche mese. Quando sento queste cose, ribolle il mio spirito neoborbonico .A questi signori volentieri direi  :Tutti per uno, ognuno per se.

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