Cilento, emergenza coronavirus: allarme abbandoni per cani e gatti

Arturo Calabrese

La notizia falsa, la cosiddetta”bufala”, corre sulla rete e si propaga velocemente. In tempi non sospetti, Fabrizio De André, nel suo capolavoro “Bocca di Rosa”, cantava come una notizia un po’ originale non avesse bisogno di alcun giornale per passare di bocca in bocca, esattamente come la freccia scocca dall’arco. Oggi, con dispositivi di comunicazione alla portata di tutti, la diffusione di una qualsiasi informazione è facilitata e le fandonie volano con maggior celerità. Nella situazione che stiamo vivendo, la comunicazione istituzionale ad ogni livello sta dando il peggio di sé tra notizie errate, smentite e improvvisati discorsi alla nazione. Ed è così che, complice una disinformazione di base, nei giorni passati si è diffusa la notizia, tra l’altro avvalorata da fantomatici studi di fantomatiche università, secondo la quale fossero i nostri amici animali a diffondere il temuto Coronavirus. A questo punto, l’italiano medio, l’analfabeta funzionale, corre ai ripari e senza averci pensato due volte, decide di abbandonare Fido e Micio, convinto così di liberarsi dell’untore e di allontanare lo spauracchio del virus. Ai tristi numeri di contagiati, di paesi in quarantena, di attività chiuse, si aggiungono anche quelli relativi agli abbandoni, vere e proprie condanne a morte dei nostri fedeli compagni. Il fenomeno ha costretto i veterinari a scendere in campo e ad intervenire in televisione, tra l’altro in quegli stessi programmi spesso diffusori di bufale, rassicurando i cittadini e chiedendo loro di non imputare al quattro zampe di casa la diffusione del Covid-19.

Ad essi si aggiunge anche il dottor Antonio Zoppi, veterinario di Agropoli: «Cani e gatti non possano contagiarci – spiega – le parole di esperti virologi sono state fraintese e si crede che i nostri conviventi a quattro zampe siano forieri del virus. Un falso mito che ha portato a un elevato numero di abbandoni». Il medico spiega nello specifico perché, secondo alcuni studi effettuati nei laboratori cinesi, il virus non possa passare dall’animale all’uomo: «La carica virale che infetta un cane, un gatto o un furetto – esemplifica Zoppi – non è abbastanza alta per passare all’organismo umano e quindi non c’è alcun rischio per la nostra salute. Difficile dire da dove il Coronavirus provenga perché si sa ancora poco, ma sembrerebbe derivi dai pipistrelli. Non abbiamo abbastanza dati per poterci dire sicuri di qualcosa – aggiunge il veterinario – ma di certo si può escludere ciò che negli ultimi tempi si è detto nei nostri amici animali».

Nel decreto emanato dal Governo, si dà la possibilità ai medici veterinari di continuare il loro operato per la cura e la salvaguardia di animali da compagnia, da cortile e da allevamento. A tal proposito il dottor Zoppi fa una riflessione: «Dall’inizio della quarantena non ci siamo mai fermati – ragiona – e abbiamo continuato a visitare, operare, curare gli animali. Se loro fossero stati portatori del Covid-19, a quest’ora anche tra noi medici veterinari ci sarebbe stata la stessa incidenza di contagio di medici e infermieri impegnati negli ospedali di tutto il mondo. Così non è – prosegue – e dunque basta un semplice ragionamento per capire quanto alcune notizie che si leggono sui social network siano infondate e molto pericolose».

Altri studi hanno evidenziato come i quattro zampe di casa rispondano al contagio da Coronavirus in modo eccellente: i cani a cui il virus viene inoculato hanno prodotto gli anticorpi e lo hanno sconfitto. «Ovviamente si tratta di test di laboratorio – le parole del dottor Antonio Zoppi – e in natura assistiamo a comportamenti diversi, ma i risultati ci fanno capire maggiormente come non debba esserci alcun tipo di preoccupazione». Il veterinario conclude il suo intervento con un appello ai proprietari di cani e gatti: «Non abbandonateli. È un’azione che li condannerebbe a morte certa. Cani, gatti e furetti – chiosa – non costituiscono alcun tipo di pericolo e possiamo dormire sonni tranquilli, magari con loro al nostro fianco».

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