FISI Sanità: accelerare l’apertura dell’ospedale di Agropoli

Comunicato Stampa
Ospedale Agropoli

Differenziare i percorsi di diagnosi e cura tra pazienti COVID e NON COVID nelle aree ospedaliere dove possibile, accelerare l’apertura dei COVID HOSPITAL  di Agropoli, Scafati e dal Da Procida e concentrare le professionalità avviando percorsi formativi fornendo di dispositivi adeguati il personale incaricato di assistere e curare i pazienti COVID. Il documento inviato dalla FISI, anche al Prefetto di Salerno è chiaro e propone di ottimizzare uomini e mezzi ponendo l’attenzione al fatto che, ad affliggere la popolazione salernitana, non è solo il COVID ma anche il blocco di tutte le prestazioni sanitarie necessarie.

“Non è possibile” dichiara Rolando Scotillo “bloccare tutto il sistema sanitario ed ipotizzare che ogni Ospedale, ogni struttura sanitaria pubblica ed accreditata sia un Centro COVID è folle.” Oramai chi ha un problema di salute non trova più risposte se non in emergenza ed i dati attuali sul fronte COVID in Regione Campania non parlano di imminenti sciagure, ma di un contagio sotto controllo grazie al distanziamento sociale. È giusto prepararsi bene con centri dedicati alla virosi, ma non è giusto tralasciare tutto il resto o il prezzo da pagare sarà molto alto. Ad iniziare dal Presidio di Eboli ed a partire dal giorno 6 aprile, quando sarà aperto il nuovo reparto di Malattie Infettive con COVID, bisognerà disinfettare la U.O. di Anestesia e Rianimazione – finora ad uso promiscuo e senza percorsi differenziati – e restituirla alle attività ordinarie ponendo fine all’accorpamento dei reparti di Urologia e Chirurgia. Solo così i pazienti avranno percorsi differenziati grazie anche all’area di pre – triage antistante l’area Ospedaliera senza pericoli di commistione e si potrà incominciare ad intravedere un poco di normalità. Per gli Ospedali di Sarno ed Oliveto Citra è impossibile che si possa, per ora, ipotizzare Centri COVID intra – ospedalieri per la mancanza delle professionalità necessarie: infettivologi e broncologi, ad esempio, sono solo alcune professionalità che occorrerebbero oltre a Presidi specifici che è meglio concentrare in Ospedali dedicati. Gli stessi Ospedali potrebbero garantire le prestazioni necessarie nelle specialità in cui sono inquadrati dal Piano Ospedaliero e drenare la fame di prestazioni con un percorso NO COVID e con un’area di pre – triage extra Ospedaliera.

“In questo momento di difficoltà” termina Scotillo“nessuna informativa è stata fatta dalla Regione Campania e dalle ASL ai sindacati degli operatori della sanità e nessuna forma di collaborazione è stata attivata con gli stessi. I lavoratori sono stati, e sono tuttora, lasciati soli in questa fase ed esposti a rischi per sé e per i propri familiari senza dispositivi di sicurezza idonei, nel mentre in mezzo alla strada vi sono persone con dispositivi di protezione per sanitari. C’è qualcosa che non va e non bastano le sirene della polizia – come forma di ringraziamento ai sanitari  – che suonano più come ultimo saluto –  per chi sta combattendo questa guerra al fronte, quando finanche la popolazione si mantiene distante – per timore di infezioni – e che come i “monatti” del Manzoni sono utili e necessari ma non graditi e che rimangono soli, non come eroi, ma come condannati a morte inviati in una missione da cui non si fa ritorno, lasciati soli anche dalle Istituzioni.”

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