Perdifumo, morto in incidente sul lavoro. La famiglia: “vogliamo la verità”

Arturo Calabrese

PERDIFUMO. «Vogliamo sapere cosa è accaduto!». È semplice e diretto il grido che lancia la famiglia di Gerardo Di Muoio, operaio 63enne morto nella giornata di venerdì in Bulgaria. L’uomo viveva a Vatolla, frazione del comune di Perdifumo nel cuore del Cilento. Qui vivono i suoi cari, la moglie Celeste Mutalipassi e due dei tre figli, Valentina e Silvio. Giancarlo, il più grande dei tre, vive invece a Como con la moglie e la figlioletta ed è un affermato cantautore conosciuto in tutta Italia.

Incidente sul lavoro in Bulgaria: com’è morto Gerardo Di Muoio?

I Di Muoio chiedono semplicemente la verità e che sia fatta giustizia, ma soprattutto di sapere i veri motivi che hanno causato il decesso del loro caro Gerardo. L’uomo stava lavorando nei pressi della città di Pleven, alla costruzione del gasdotto “Balkan Stream”. Le autorità bulgare, tra cui il direttore dell’ispettorato del lavoro Boris Petkov, hanno dato due versioni diverse dei fatti, rettificando quanto detto in precedenza. Secondo una primissima versione, Di Muoio sarebbe stato colpito da un infarto che lo avrebbe stroncato nel giro di pochi minuti, non dandogli scampo e rendendo inutili i soccorsi. Ai presenti soltanto l’onere di constatare l’avvenuto decesso.

In un secondo momento, però, il direttore Petkov ha rettificato sostenendo che l’operaio sarebbe scivolato in un fosso ed in seguito colpito da un oggetto pesante, probabilmente un tubo. È un mistero, dunque, la morte dell’uomo, avvolta nelle tenebre dell’incertezza. Tenebre rese ancor più buie dalla distanza e dalla triste situazione che stiamo vivendo, legata inesorabilmente alla pandemia da Coronavirus.

La salma di Gerardo Di Muoio, una volta eseguita l’autopsia e ottenuto il dissequestro, non potrà giungere in Italia fin quando saranno in vigore le norme per contenere il contagio. Il decreto governativo ha infatti vietato tutti i riti religiosi tra cui le esequie. Il dramma che sta vivendo la famiglia, accentuato da struggenti momenti di incertezza, è aggravato dall’impossibilità di salutare per l’ultima volta il proprio caro.

Incidente sul lavoro: il ricordo Gerardo Di Muoio

Un uomo conosciuto e benvoluto da tutti. Infaticabile lavoratore, ha sempre operato all’estero presso varie ditte di costruzione. Prossimo alla pensione, sognava di riposare nella sua Vatolla, in campagna insieme all’adorata moglie, ai figli e alla nipotina. Strazianti i messaggi che i figli hanno affidato ai social per salutare l’amato padre: «Ciao papà – scrive Silvio – in questi giorni penso tanto a quando ero solo un bambino, ero sempre arrabbiato con te perché, ogni volta che partivi, quei mesi lontano da noi sembravano anni. Poi come tutti i bambini sono cresciuto e ho capito quanto grande è stato il tuo amore per noi. Non ci sono cose che non ci siamo detti, ad ogni occasione ti ripetevo sempre che eri il mio eroe. Avrei voluto solo essere come te e perdonami se non ci sono mai riuscito. Tu – conclude – anima pura e gentile sarai sempre nel mio cuore. Mi manchi tanto».

Il lutto cittadino

Il Comune di Perdifumo, guidato dal sindaco Vincenzo Paolillo, ieri ha deciso di proclamare il lutto cittadino per ricordare Gerardo Di Muoio.

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