I nuovi Cavalieri Vittorio Veneto

Roberto Scola

Mio nonno Giuseppe, nato nel 1899, partito nella Prima guerra Mondiale a soli diciassette anni, fu nominato Cavaliere di Vittorio Veneto dal Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat nel 1968.Ma chi erano  i Cavalieri Vittorio Veneto? Quest’ultimi ,erano i soldati ,che nel 1917 compivano i diciotto anni di età. Giovani ,pieni di speranza e entusiasmo, furono chiamati e frettolosamente istruiti e inquadrati in battaglioni di controllo del territorio nazionale.

I “ ragazzi del 99”,divennero poi fondamentali nei tragici giorni di Caporetto. Il loro apporto in prima linea, unito all’esperienza dei veterani ,si dimostrò fondamentale per la vittoria finale. Quanti caddero o furono decorati? Questo ancora non lo sappiamo, non esistono dati certi. Esiste , ieri come oggi ,la storia che conta i morti in cifre non in persone. Chi erano quei ragazzi? Quali erano i loro sogni, le loro aspettative il loro modo di vivere. La storia si ripete tragicamente .Stamattina ho letto una lettera intensa  di un giovane medico in prima linea ,in questa guerra che non è una guerra tradizionale, ma non per questo più subdola delle precedenti, anzi più drammatica, ognuno deve fare la sua parte, come i “ragazzi del 99”. La firma è del giovane medico Giorgio Calabrese che dice: «Siamo formati a metà, come a metà sono formati i circa 10.000 medici abilitati d’ufficio con l’ultimo Decreto Legislativo, che credete vi possano salvare dai vostri errori, buttandoci in trincea in questa guerra, come carne da macello» .

Sono tanti i giovani medici che stanno lavorando nelle varie regioni colpite in diversa misura dal Covid 19, ma in questo momento non accettano elogi e ringraziamenti: «In fondo stiamo onorando semplicemente il giuramento di Ippocrate» affermano i dottori Stefano Mattia e Roberta  che si uniscono al “grido” del collega. Ciò che chiedono a gran voce, insieme alle migliaia di colleghi di cui si fanno portavoce, è quello di puntare sulla loro formazione per il futuro, per avere più armi a disposizione per guerre come quella che ci troviamo a combattere, chiedono di investire sulla sanità, nulla di più. E’ bello leggere, di questi giovani ragazzi un manifesto che facciamo nostro ,per loro che sono i nuovi “ragazzi del 99”.

Vogliamo che, finita questa tragedia, vi mettiate una mano sulla coscienza e mettiate la sanità al primo posto, dove merita sempre di stare! 
Vogliamo essere messi nelle condizioni di non dover fuggire all’estero per poter lavorare con dignità. Vogliamo uno stato in cui un medico possa avere la possibilità di completare la sua formazione e non venga lasciato “mutilato” solo per poterlo pagare meno.
Vogliamo uno stato in cui un ricercatore non guadagni 1000 euro al mese con contratti ridicoli.
Vogliamo una sanità equa e funzionale su tutto il territorio nazionale, dove chi si cura al sud possa avere lo stesso trattamento di chi lo fa al nord!
Vogliamo uno stato SERIO, che dimostri di avere a cuore ciò che è davvero importante, ora più che mai!

Grazie di esistere.

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