Nei tempi del coronavirus

Roberto Scola

E’ passato un mese dall’inizio di questo Inferno. In un primo momento nessuno ha capito quello che stava accadendo. Le voci, si rincorrevano come una interminabile eco  che da bambini facevamo nelle gite in montagna. E’ una semplice influenza. Poco più di una influenza. Bisogna stare attenti, non si deve uscire. E’ una pandemia.

Niente sarà come prima  . In questo trascorrere del tempo, giornate tutte uguali; ci si sveglia un po’ più tardi, poi la spesa, poi i compiti da far fare ai bambini , poi le notizie , si chiamano i genitori e parenti, gli amici, si mandano messaggi; alcuni per sorridere un po’ ,alcuni apocalittici…la fine del mondo è vicina, alcuni pensosi ,altri penosi e poi ci sono quelli filosofici che non finiscono mai. I canti dal balcone ,i balli, i manifesti e i cartelloni: “Andrà tutto bene”. Ma cosa ? Ma quando ? Ma dove?

Tutto questo tran- tran che stiamo vivendo mi pare sempre di più un ossimoro; un caos-calmo, un tacito-tumulto ,un conoscersi per non riconoscersi. Una guerra senza armi, senza né vinti né vincitori, senza macerie da togliere per poi ricostruire, ma solo graffi nel cuore che lasciano attoniti, davanti alla scelta di un medico, o a qualche immagine vista in tv.

Allora  in me, è nata l’esigenza , di raccontare questi interminabili giorni in una rubrica che come sempre trova ospitalità in Infocilento grazie al Direttore Sergio Pinto e all’infaticabile amico Ernesto Rocco uomo informato che sa fare informazione. Sarà una rubrica che cercherà di rivoltare il tavolo, che cercherà la notizia tra le notizie, che si schiererà quando c’è da schierarsi, che non guarda il politycally correct ,che sarà solo dalla parte dei lettori perché sono solo i lettori quelli che ci scelgono ogni mattina.Sempre.

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