Terremoti in Cilento. Bisogna preoccuparsi? Parola all’esperto

Arturo Calabrese

Lo sciame sismico che negli ultimi giorni sta colpendo Cilento e zone limitrofe preoccupa non poco i residenti. Si tratta di piccole scosse, avvertite più dai macchinari che dalla popolazione, ma la paura resta ed è un dato di fatto. Sulla questione interviene Andrea Billi, geologo e dirigente di ricerca del Cnr, il Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Dottor Billi, decine di scosse in poco meno di 30 giorni. Cosa vuol dire?
Vuol dire tutto e non vuol dire niente. È normalissimo che ci siano i terremoti nel nostro Paese. L’Italia tutta e in particolare la zona appenninica sono aree ad alto rischio sismico. Registriamo scosse praticamente ogni giorno e dunque non c’è nulla di eccezionale se ce ne siano diverse in un lasso di tempo relativamente breve come quello di 30 giorni.

Ci si deve preoccupare?
Inutile nascondersi dietro un dito: un terremoto è pericoloso e noi italiani siamo seduti su una serie di vulcani attivi che potrebbero causare scosse importanti da un momento all’altro. Non c’è da parte di noi ricercatori e studiosi la volontà di fare allarmismo, che lasciamo ad altri, ma è necessario fare chiarezza e dire le cose come stanno. La storia ci insegna che gli eventi catastrofici possono accadere, basti pensare al terremoto dell’Irpinia o a quello più recente in Abruzzo che ha distrutto L’Aquila.

Quindi possiamo solo guardare al passato?
Prevedere i terremoti è impossibile ma possiamo studiare i dati. Sappiamo che un evento sismico può accadere ma non sappiamo quando. Ci sono le stesse possibilità che accada oggi, mentre sto parlando, domani, tra un anno o tra cento. Possiamo basarci solo su ciò che è accaduto ma ciò non vuol dire che possiamo soltanto attendere. Siamo in grado di farci trovare pronti e questo dovrebbe essere l’obiettivo di tutti.

Cosa può fare il cittadino?
Si può cominciare a rendere la propria abitazione più sicura e attinente alle norme antisismiche. Esistono tipologie di interventi applicabili in ogni momento affinché la casa sia a norma. È paradossale quanto poco ci si preoccupi della nostra abitazione mentre il graffio all’auto diventa una tragedia. L’esempio della vettura è calzante: ogni due anno l’automobile deve essere sottoposta a revisione da un meccanico per constatarne l’efficienza. In caso di malfunzionamento o di necessità di manutenzione si interviene. Perché non si fa lo stesso per le case? Si dovrebbe far controllare le abitazioni, gli stabili, i palazzi, periodicamente, al fine di non farsi trovare impreparati davanti la catastrofe e perdere tutto.

Qual è il ruolo dello Stato in queste situazioni?
È un ruolo relativo. Se c’è il via libera a poter costruire in una zona, non è detto che per forza lo si debba fare. Stesso discorso vale per l’acquisto di una casa già costruita su un suole soggetto a dissesto idrogeologico. Il buon padre di famiglia, nonostante i permessi, dovrebbe avere tutte le certificazioni prima di acquistare una proprietà e di andarci a vivere. Un tempo di parlava di certificazione sismica degli edifici, ma è stata una proposta caduta poi nel dimenticatoio e ad oggi non c’è alcun obbligo in tal senso.

Quali sono quindi i pericoli per la popolazione?
Di sicuro i vulcani e le loro conseguenza. Parlando di vulcani, si pensa subito al Vesuvio, ma in Campania abbiamo anche i Campi Flegrei e Ischia. Vulcani attivi che potrebbero causare devastanti eruzioni. Sarebbe opportuno che queste cose si sappiano, magari attivando dei corsi ad hoc nelle scuole, in cui spiegare ai ragazzi le emergenze del territorio dove vivono. Non siamo esenti da rischi ed è giusto che si sappia.

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