Sacro Monte di Novi Velia: siglata la pace!

Carmela Santi
Monte Gelbison
Monte Gelbison - @artur_sansone

Accordo storico quello siglato tra la Diocesi di Vallo della Lucania, il Rettorato del Sacro Monte e il Comune di Novi Velia. Dopo oltre 150 anni di querelle giudiziarie l’attuale ammnisatrione di Novi guidata dal sindaco Adriano De Vita, rappresenta dall’avvocato Valerio Rizzo è riuscita a raggiungere l’intesa con il vescovo Ciro Miniero che definisce definitamente competenze e proprietà delle parti sul Santuario posto sulla vetta del Monte Gelbison luogo di culto visitato ogni anno da migliaia di pellegrini provenienti da tutto il Sud Italia.

Il documento firmato dal Vescovo Ciro Miniero, dal Rettore Don Carmine Troccoli e dal sindaco Adriano De Vita è stato approvato ieri mattina in consiglio comunale. Oggi è previsto il primo incontro tra le parti per avviare l’intesa. L’accordo stabilisce in sintesi l’esclusiva proprietà del comune di Novi rispetto alla strada e alle piazze pubbliche del Santuario. Sancisce inoltre la titolarità del comune su tutte le attività di gestione e servizi del luogo di culto tra cui i servizi elettrici, idrici ed ambientali. Inoltre viene riconosciuto che il complesso del santuario si trova nella frazione Monte del Comune di Novi Velia ed ha la denominazione di Santuario di Maria Santissima del Sacro Monte di Novi Velia.

Nell’accordo è stato inserito l’impegno delle parti di rispettare le tradizioni che da sempre caratterizzano la vita del Santuario con l’impegno da parte della Diocesi e del Rettorato di riservare particolari attenzioni ai pellegrini di Novi Velia durate le celebrazioni religiose.

Un traguardo dunque storico che vedrà il primo risultato oggi quando gli avvocati delle parti si incontreranno per porre fine alle vicende giudiziarie in corso da anni. Ci sono sentenze che risalgono al 1800. L’accordo già firmato dalle parti è stato approvato dalla maggioranza De Vita; l’opposizione con i consiglieri Maria Ricchiuti, Donato Maiese e Nicolino Guzzo, ha abbandonato l’aula dopo averlo chiesto il rinvio della discussione e dunque dell’approvazione.

“Il Santuario della Madonna è di Novi Velia e per la comunità novese deve rappresentare una risorsa non un problema” ha ribadito più volte il sindaco Adriano De Vita. Negli ultimi mesi il primo cittadino e la sua amministrazione hanno dovuto incassare non poche contestazioni dovute alla decisione di tenere chiusa per problemi di sicurezza la strada di accesso alla vetta del Gelbison. Con l’accordo anche questa problematica potrà essere affrontata e risolta nel migliore dei modi.

Il Santuario riaprirà solo nel mese di maggio, gli amministratori hanno un po’ di tempo per valutare il da farsi. “La gestione del Santuario andava rivista – ribadisce il sindaco – dopo 50 anni di gestione affidata solo a Don Carmine Troccoli, il Santuario doveva tornare a rappresentare una risorsa anche per i novesi”. L’amministrazione De Vita vuol ridare centralità al Santuario, e dotarlo di tutti i servizi che oggi ancora mancano. C’è già un progetto presentato al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa che prevede tra l’altro la realizzazione di una monorotaia. Certo al momento è solo un’ipotesi ma le idee sono tante per rendere accessibili e fruibile il Santuario anche tutto l’anno e non solo nel periodo estivo.

“La delibera comunale – ribadisce l’avvocato Rizzo – ha natura storica ed eccezionale. È stata preceduta da altra analoga delibera del 1916 con cui fu approvata altra transazione tra il Comune di Novi Velia e l’allora Vescovo di Teggiano. Il Sindaco di Novi Velia ha dimostrato grande lungimiranza ed una profonda visione sociale e politica. I rapporti tra le istituzioni civili e quelle religiose compiono un grande salto di qualità, proiettandosi nel futuro. È un nuovo inizio nel segno di una tradizione millenaria che si rinnova agli inizi del terzo millennio”.

Per De Vita c’è una serie di problematiche da affrontare per far sì che il Santuario possa diventare una risorsa per la comunità di Novi Velia e di tutto il Cilento. “Abbiamo voluto ed ottenuto fortemente questa intesa – dice – non potevamo più sopportare di essere trattati come forestieri in una struttura che appartiene alla nostra comunità,”.

Condividi questo articolo
Exit mobile version