Vallo, Botti e Serra su chiusura centro antiviolenza: “scelta scellerata”

Redazione Infocilento

“La violenza non è un’esperienza lontana, ma collegata ad ogni aspetto dell’esistenza. A provocare dolore non sono solo i violenti, ma anche chi mostra indifferenza di fronte al declino sociale ed economico della società civile”. E’ quanto dicono i consiglieri di minoranza del Comune di Vallo della Lucania, Nicola Botti e Francesca Serra. Il riferimento è alla sospensione del Centro Antiviolenza “Il Volo delle Farfalle”, “meritoria iniziativa sociale che nel corso del tempo ha ottenuto importanti risultati e riconoscimenti grazie alla dedizione straordinaria delle operatrici; queste ultime hanno infatti, senza soluzione di continuità, affrontato questioni delicatissime, accompagnando le vittime nel percorso di uscita dalla violenza”, dicono i due consiglieri.

Botti e Serra hanno voluto esprimere la loro vicinanza “agli operatori e soprattutto alle vittime, le quali si trovano da un giorno all’altro abbandonate al loro destino”. Poi aggiungono: “Riguardo a ciò, l’idea scellerata del Sindaco Aloia di far gestire il servizio direttamente al Segretariato ed al Servizio Sociale tradisce non solo l’incapacità dell’attuale Amministrazione di mantenere attivo un servizio necessario, ma anche l’indifferenza dell’attuale classe politica nei confronti dei loro cittadini. Se il Segretariato ed il Servizio Sociale fossero stati in grado di gestire detto servizio, unitamente agli onerosi incarichi istituzionali che ricoprono, non avrebbero certo delocalizzato al tempo la gestione del centro antiviolenza.
Su questo punto il Sindaco Aloia avrebbe dovuto almeno per una volta essere sincero, ammettendo che all’interno del Piano di Zona S/8 non vi è alcuna programmazione, tanto a causa dell’ingente indebitamento che grazie alla sua gestione si è realizzato nel corso degli anni e che inevitabilmente ha coinvolto anche il centro antiviolenza”.

“La situazione in corso ci porta quindi a rilanciare un’azione politica in cui la difesa dei centri antiviolenza non rappresenti solo un vantaggio per le donne dei centri, ma per tutta la cittadinanza e per l’intera società civile, la quale non merita amministratori che con mano stanca si scrollano di dosso i problemi, delegandoli all’infinito”, concludono Nicola Botti e Francesca Serra.

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