Nel Cilento ritorna la tradizionale”Focara”

Antonio Pagano

Una delle tradizioni più antiche del Cilento durante le festività di Natale è quella delle “fòcare“. Si tratta di grandi falò che la tradizione vuole venissero accesi in particolari periodi dell’anno per propiziare l’abbondanza del raccolto.

Il rito pagano è stato ripreso dalla tradizione religiosa cattolica in occasione della vigilia di Natale. Il fuoco in questo caso ha anche un valore simbolico: rappresenta la luce che schiarisce le tenebre con la nascita del Cristo e secondo la tradizione il falò di vigilia si accende proprio per accogliere con calore il Bambin Gesù. Le fòcare si accendono negli spazi pubblici, nelle piazze principali o sul sagrato della chiesa. La comunità si raccoglie intorno al fuoco e dopo l’accensione, in alcune comunità, la Santa Messa della Notte ha inizio proprio con la benedizione del falò. In passato era tradzione, alla fine delle celebrazioni, portare a casa un legnetto della catasta per alimentare il proprio focolare in segno di buon augurio.

Nelle comunità più piccole viene predisposto sul sagrato della chiesa o nella piazza principale, in alcuni casi, invece, le “fòcare” diventano rionali dando vita ad una straordinaria suggestione: è il caso di Piaggine, in cui, già da ottobre si dispone l’accumulo della legna; Mandia cuore della “fochera” sono “i cippi” di castagno ormai secchi; una lunga tradizione vanta anche la “fòcara” di Campora; a pochi passi da Pollica, la piccola comunità di Galdo, da alcuni anni ha ripristinato la tradizione del “focaro di Natale” proponendolo, anche in questo caso, come momento conviviale. Continuano le tradizioni anche nei piccoli borghi di Gioi Cilento, Cardile, Orria e Piano Vetrale dove gruppi di giovani con grande impegno riescono a ricreare l’atmosfera del Natale. 

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