Parco del Cilento da bere col vino di Centola, vino dei Papi

Ansa
Vino

La straordinaria storia del vino di Centola, noto come ”il vino dei Papi”, come patrimonio culturale da scoprire in uno scrigno di natura quale è il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, cuore verde della Campania.

Ad illustrarla è Ezio Martuscelli nel libro “Il vino del territorio di Centola Storia, Miti e Tradizioni”, edito dall’Associazione “Progetto Centola” con il contributo del Comune di Centola e il patrocinio della Provincia di Salerno. Dirigente del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr) e cultore della storia e delle tradizioni del Cilento in qualità di presidente dell’associazione storico-culturare “Progetto Centola”, Martuscelli dimostra come sin dai tempi remoti le terre dell’attuale Comune di Centola fossero ben note per la presenza dei vigneti e per la qualità enoica della produzione.

Un’operazione di ricerca storica che però guarda al futuro: obiettivo della pubblicazione è rafforzare il progetto dell’amministrazione comunale che prevede di rendere operativi strumenti e azioni che permettano l’affidamento a imprenditori agricoli terreni demaniali incolti, per circa 70 ettari. Una quota di questi terreni saranno assegnati ai giovani e non che intendano avvicinarsi alla viticoltura impiantando o recuperando vigneti della tradizione, principalmente Fiano e Aglianico ma anche Malvasia nera e Pianofaracchio, per portare gli enoappassionati alla riscoperta del vino “Centula”.

Una vocazione forte del territorio di Centola, che vanta oggi il riconoscimento di “Città del Vino” e fino agli anni Cinquanta-Sessanta il titolo di “Terra di vini”. Una tradizione che merita una rinascita, anche per destagionalizzare gli arrivi turistici in questa enclave tra il mare di Palinuro e il borgo di San Severino.

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