Sant’Angelo, incivili in azione alla cascata dell’Auso

Katiuscia Stio

SANT’ANGELO A FASANELLA. Cascata Auso, la bellezza della natura mortificata dall’immondizia. Staccionata divelta, pali a terra da mesi, e abbandono di rifiuti vari fanno da “biglietto da visita” ad uno dei luoghi più affascinanti degl comprensorio alburnino. Lungo la strada che circonda gli Alburni, tra gli abitati di Ottati e Sant’Angelo a Fasanella, si costeggia sulla destra la spettacolare risorgenza carsica dell’Auso che raccoglie e drena le acque sotterranee provenienti dall’intero settore centrale del massiccio montuoso.

Imboccando una stradina all’altezza di Sant’Angelo a Fasanella che conduce all’omonimo torrente, si arriva all’inizio del percorso, dove la selvaggia bellezza della natura è stata completata dall’opera dell’uomo. Scavalcando un caratteristico ponte in pietra a schiena d’asino si arriva nei pressi del Vecchio Mulino, alimentato dalle stesse acque dell’Auso, che più in alto fornivano l’energia per mettere in rotazione la turbina della vecchia centrale idroelettrica.
Entrambi tipici esempi di archeologia industriale.

Oltre alla risorgenza dell’Auso, sulla sua sinistra orografica ed all’incirca alla stessa quota, è presente la risorgenza della Festola, uno scarico dell’Auso, che si attiva in concomitanza di grossi eventi meteorici.

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