Laurino: la festa di Sant’Elena diventa Patrimonio Culturale della Campania

Katiuscia Stio

LAURINO. Le celebrazioni di Santa Elena diventano Patrimonio culturale immateriali e delle tradizioni della Campania. A dare la bella notizia sono il Comune e la ProLoco di Laurino: “la Regione Campania in base all’art.9 e 117 della costituzione e art. 8 dello statuto regionale e della convenzione UNESCU ha iscritto nella lista del patrimonio culturale immateriale e delle tradizioni…della Campania, le celebrazioni di S. Heliena di Laurino, falo’, processioni con i buoi, “cente”, pellegrinaggi alla grotta, fiaccolate”.

Il riconoscimento rappresenta un punto di partenza per un’ulteriore valorizzazione della festività dedicata alla santa cilentana. Sant’Elena è nata proprio a Laurino, all’inizio del VI secolo. Da giovanissima si trasferì nella grotta presso Pruno, dove morì dopo 21 anni di vita eremitica nel 530. I suoi resti tornarono nel 1882 a Laurino, dove riposano custoditi nella Collegiata. Alla Patrona sono dedicate una cappella urbana che sorge vicino alla casa natìa (coperta con volta a botte con otto quadri dipinti sull’intonaco che racconto le principali gesta della Santa), una cappella rurale presso Gorgo-Nero e il santuario nella Grotta, oggi meta di pellegrinaggio. Quest’ultima è particolarmente suggestiva: nella parte sinistra dell’altare si vede l’antico sepolcro della Beata. Una tradizione legata alla Santa è rappresentata dalle “fanoie”, che ogni domenica di maggio si accendono nei vari rioni dove vengono intonati canti in suo onore.

La leggenda narra che il corpo della Santa era conteso da due paesi: Laurino e Valle dell’Angelo. Per decidere, dunque, a quale dei due spettava, si presero due buoi: uno di Laurino e uno di Valle dell’Angelo. Gli animali che trasportavano il corpo della Santa, una volta arrivati al bivio tra Laurino e Valle dell’Angelo, dovevano incamminarsi o per una strada o per l’altra. I buoi scelsero quella che portava a Laurino: questo fu sufficiente a indicare che la “patria” della Santa si trovava proprio lì. Da allora la salma fu messa nella chiesa di Santa Maria Maggiore dove, ancora oggi, si può ammirare. In ricordo di questa laggenda durante la festività di maggio la processione per le vie del comune avviene con il corpo trasportato da due buoi.

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